Cinghiali, la denuncia di alcuni agricoltori: “Ho dovuto riseminare un campo tre volte”

Riceviamo quotidianamente segnalazioni di campi danneggiati da incursioni di animali selvatici, in particolar modo cinghiali – sottolinea in una nota Confagricoltura Piacenza. Una situazione diffusa in tutta la provincia, con gruppi di animali che ormai passeggiano anche nelle corti. Le colonie di ungulati sono particolarmente popolose e diffuse in Val Tidone, tanto che qualche giorno fa anche il comune di Rottofreno ha segnalato la gravità della situazione agli uffici competenti della Regione e all’Assessore all’Agricoltura Caselli.

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“Ho riseminato un campo tre volte – spiega Corrado Mazzocchi che conduce un’azienda agricola in località Fornace di Ganaghello, nel comune di Castel San Giovanni – mentre nell’azienda agricola Rocca, in località Merlino, ieri è entrato in cortile un gruppo di cinghiali, oltre ai danni dobbiamo vivere anche con la paura”. Più volte Confagricoltura ha denunciato che l’insufficiente gestione della fauna selvatica sta generando gravi danni, non solo agli agricoltori, ma anche alla sicurezza della cittadinanza. Gli incidenti stradali, che si stanno verificando sempre più frequentemente non fanno che evidenziare la scarsa efficacia dei piani di contenimento della fauna selvatica che ormai sempre più frequentemente si spinge anche nelle zone abitate. I cinghiali che stanno proliferando oltremodo – sottolinea Confagricoltura – sono ibridi immessi per assecondare l’aspetto ludico della caccia in spregio dell’etologia e dell’ambiente. In generale il tema della fauna selvatica viene gestito in contrapposizione con quello della difesa delle colture, mentre gli imprenditori agricoli da centinaia d’anni permettono alla selvaggina di crescere e nutrirsi nei loro campi e da tempo si sentono presi in giro. I danni alle colture vengono risarciti in parte e non annoverano l’ammanco economico che la mancata produzione perpetra lungo la filiera, ma c’è, soprattutto, un problema di sicurezza per l’incolumità delle persone, anche dei privati cittadini che, ignari dell’esponenziale aumento del pericolo, rischiano continuamente anche durante il più tranquillo dei loro tragitti. Ormai manca la protezione per gli uomini – ribadisce l’associazione degli imprenditori agricoli – chi produce lavorando nei campi, non potendosi difendere, dovrebbe chiedere l’intervento di una scorta ogni volta che esce a perlustrare le colture! E’ una situazione paradossale.