Mille euro per montare un rilevatore del gas “obbligatorio”, ma questa volta va male al finto tecnico

Una truffa articolata ma finita nel peggiore dei modi per un uomo arrestato dai carabinieri con l’aiuto di un dipendente di banca. I fatti sono accaduti ieri, venerdì 4 agosto. Intorno alle 12,30, un 30enne di origini napoletane, ma residente a Brescia,  si è presentato a casa di un uomo di 81 anni residente in via Genova: “Sono venuto per il nuovo rilevatore del gas, ha letto gli avvisi che sono stati affissi in questi giorni?”. E in effetti il giovane ha mostrato al residente un cartello con la scritta: “Nei prossimi giorni, dalle 9 alle 18, nostro personale addetto munito di tesserino passerà per tutte le abitazioni di questo comune per la vostra sicurezza e per l’inserimento del vocalgas” il tutto firmato da una ditta di Brescia effettivamente esistente. Cartelli che pare fossero stati affissi in varie zone della città nei giorni precedenti. L’81enne, a quel punto, ha accettato di far entrare il finto tecnico.

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Una volta all’interno il malintenzionato ha mostrato al proprietario un rilevatore di gas del valore commerciale di pochi euro, chiedendo però alla vittima designata la cifra di mille euro e spiegando che comunque era obbligatorio. L’anziano ha spiegato di non avere in casa quella cifra e così il truffatore lo ha convinto a recarsi in banca a ritirare i contanti: nel frattempo lo avrebbe aspettato all’interno di un bar nei paraggi.

Al dipendente dell’istituto di credito l’anziano ha spiegato in poche parole perché doveva ritirare quella cifra raccontando in breve ciò che era appena accaduto. Una storia che ha insospettito il bancario il quale ha deciso di chiamare il 112: i carabinieri hanno in fretta raggiunto il posto e bloccato l’81enne al quale hanno chiesto di indicare a distanza il tecnico che lo stava aspettando. A quel punto hanno raggiunto il 30enne e dopo aver appurato la sua malafede lo hanno arrestato.

Nel contesto è stato denunciato anche un 26enne ritenuto complice del truffatore. Ora i carabinieri stanno cercando di capire il ruolo dell’azienda di Brescia nominata nei volantini: non è chiaro se abbia qualche responsabilità o se i due abbiano semplicemente sfruttato il suo nome.