Gli auguri del sindaco ai giornalisti Piacentini

Un anno fa mi presentai in aula consiliare, per il tradizionale incontro con la stampa, con una maglietta che riproduceva la scritta “non sono uno spreco”, denunciando l’azione irresponsabile messa in atto dal Governo centrale per svilire la figura e la funzione degli amministratori locali, gli unici ancora in grado di raccogliere consenso positivo in un contesto di generale discredito nei confronti della politica. Quella stessa volontà diffamatoria ha continuato a manifestarsi anche nel corso del 2010, con una comunicazione costantemente negativa e con l’introduzione di norme legislative finalizzate non solo a ridimensionare il ruolo degli enti locali, ma ancor più a presentarli come fonti di spese inutili.

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Ora siamo alla fase due dell’opera di demolizione e discredito delle Amministrazioni territoriali: scaricare la responsabilità degli effetti della necessaria manovra finanziaria sulle istituzioni più vicine ai cittadini, determinando le condizioni per aprire conflittualità locali diffuse. In tutti i Comuni d’Italia sta succedendo la stessa cosa: i sindaci o non riescono a chiudere i bilanci oppure, se ci provano seriamente, vengono contestati e criticati ferocemente per le azioni di ridimensionamento dei servizi che sono obbligati ad attuare. Per non parlare, poi, degli investimenti: nel corso del 2011 saranno di fatto annullati, e ciò produrrà di fatto una forte depressione sull’economia locale, i cui effetti saranno meglio evidenti tra sei mesi.

E’ un grave errore strategico quello del Governo, perché dovrebbe puntare proprio sugli enti locali per far ripartire il Paese. Dovrebbe avere il coraggio di intaccare i veri privilegi che si annidano nell’apparato centrale dello Stato, piuttosto che attaccare ripetutamente i Comuni i quali, pur erogando buona parte dei servizi essenziali ai cittadini, sono responsabili di una quota inferiore al 10% della spesa pubblica. Ma l’accanimento nei confronti delle istituzioni territoriali non solo mina l’economia, mina il tessuto sociale stesso delle città, istigando a livello territoriale una conflittualità che mette in crisi la coesione sociale delle comunità di base.

E’ inutile negare che gli effetti di questa azione irresponsabile avranno ricadute molto pesanti sulla nostra città, per quanto di competenza del Comune. Ciò nonostante, nel corso del 2010 l’Amministrazione Comunale ha continuato la propria azione volta a perseguire gli obiettivi di mandato affidando appalti, commissionando lavori e garantendo servizi che, oltre a rispondere alle necessità di un numero sempre crescente di cittadini, hanno dato un apporto molto significativo alle imprese locali.

Un anno fa, di questi tempi eravamo a festeggiare con orgoglio l’inaugurazione della sala dei Teatini, ovvero la restituzione alla città di uno spazio culturale di rara suggestione e grande attrattiva. Quel lungo e complesso percorso di riqualificazione è il simbolo di uno degli impegni prioritari del Comune: sottrarre al degrado aree e luoghi dismessi, valorizzandone la bellezza e riscoprendone nuovi usi e funzionalità. Quest’anno, quasi nello stesso giorno, si è celebrata la ricostruzione a tempo di record del ponte sul Po, che rappresenta e racchiude la storia di una grande vittoria politica e amministrativa del territorio.

Sono tante, nel corso del 2010, le opere portate a termine con successo dall’Amministrazione comunale: penso alla conclusione dei lavori di piazzale Libertà, piazzale Marconi e via Scalabrini; ai parcheggi della Cavallerizza e dell’Urban Center; al Centro polivalente della Farnesiana, alle rotatorie di via Damiani, via Manfredi e via Veneto; voglio ricordare, poi, le ciclabili di La Verza, via Martiri della Resistenza, via Damiani, via Nasolini e via XXIV Maggio, cui è opportuno aggiungere le varie manutenzioni.

Numerose le opere già finanziate, per gran parte delle quali i lavori sono già partiti o in fase avanzata: l’Hospice, Corso Europa, il cavalcaferrovia, l’asilo alla Farnesiana, il Centro polivalente della Besurica, il Lungo Po e il nuovo pontile, le varie piste ciclabili in corso di realizzazione (tra cui quella di via Rigolli, che solo il maltempo ha rallentato un po’, ma sarà pronta in primavera), il ponte sul Trebbia e la relativa Tangenziale di accesso.

Molti sono i lavori già appaltati: penso alla nuova piscina, al Forno crematorio, alla riqualificazione di piazzetta Negri, di viale Risorgimento e dello stradone Farnese, oltre al Campo pozzi a Mortizza.

Gli appalti in scadenza nei prossimi giorni prevedono l’avvio dei lavori di riqualificazione di piazza Sant’Antonino, di via Caorsana e via Diete di Roncaglia.

Infine, certo non ultimi per importanza, ci sono gli appalti in fase di preparazione, che usciranno nei prossimi tre mesi: i bandi relativi al Parco enogastronomico, a Palazzo Uffici, al Tecnopolo, al Parco della Pace, a piazzetta Plebiscito, a piazza Cittadella, al S. Vincenzo, alla cascina S. Savino a Le Mose, a via Colombo (questi ultimi saranno appaltati più avanti).

Queste iniziative sono state avviate sviluppando contemporaneamente un lavoro di riorganizzazione e di razionalizzazione delle risorse umane interne, che ci ha permesso di svolgere più servizi con un numero di dipendenti sempre più ridotto. Tutto questo è stato realizzato rispondendo con risorse straordinarie, reperite per far fronte alla crisi che è esplosa in tutta la sua virulenza nel corso dell’anno, facendo aumentare il fabbisogno di interventi sociali che hanno avuto un forte impatto nel bilancio corrente. Il tutto, e lo dico con grande orgoglio, mantenendo il bilancio del Comune in perfetto equilibrio e soprattutto senza contrarre debiti che possano condizionare le Amministrazioni che verranno.

Ma il futuro non ci riserva nulla di buono. Va detto senza reticenze. Con il bilancio di sopravvivenza che siamo stati costretti dal Governo a predisporre, faremo fatica a garantire i livelli di servizio del 2010: vedrete serie conseguenze, in particolare, sulla manutenzione delle strade e del verde. Quel che è peggio, però, è che non saremo in grado di attivare nuovi interventi di sviluppo. Perché è questo, il vero effetto devastante della politica governativa: frena, ostacola, blocca la crescita.

Oggi più che mai, come è stato fatto per il ponte sul Po, dobbiamo provare quindi a trasformare una fase fortemente negativa in un’opportunità positiva per la comunità, chiamando tutti, dai singoli cittadini alle associazioni di categoria, fino agli altri enti pubblici, a stringere una nuova alleanza, un nuovo patto sociale di solidarietà e di aiuto reciproco. A questo proposito, in gennaio chiederemo alle categorie economiche e sociali e agli altri enti ed istituzioni locali, di confrontarci seriamente per condividere questi problemi. Vorremmo però condividere non solo il tentativo di superare gli ostacoli, ma anche le opportunità fornite dal federalismo demaniale, se si concretizzerà davvero così come auspichiamo, e gli atti necessari ad adottare il Psc, legato fortemente alla destinazioni delle aree militari. La collaborazione e la condivisione, infatti, non si traducono soltanto nell’erogazione di contributi economici, ma richiedono una partecipazione attiva, un approccio costruttivo e capace di apportare nuove idee e progettualità.

Con questa stessa consapevolezza, a breve usciremo con un bando rivolto all’intera comunità locale, predisposto proprio per raccogliere le disponibilità di risorse umane e materiali che i singoli cittadini o le associazioni vorranno mettere in campo. Sarà un modo concreto per favorire, da parte di tutti i soggetti attivi nella collettività piacentina, protagonismo e partecipazione, nonché per sviluppare ulteriormente e migliorare la collaborazione effettiva tra enti locali, istituzioni, tessuto imprenditoriale e sociale del territorio. Proprio per questo, sono convinto che il sindaco di una comunità abbia anche il dovere di stimolare gli enti e le associazioni perché facciano sempre di più, e meglio, per il commercio e per l’industria locale, sulla base di progetti comuni e condivisi.

Vedete, quando io sottolineo la necessità di fare squadra per contrastare gli effetti della crisi, rivolgendomi anche agli altri enti e istituzioni del territorio per costruire insieme un’azione propositiva che porti benefici alla città, mi riferisco ad aspetti precisi, che chiamano in causa il ruolo stesso delle associazioni di categoria: il coordinamento nel cogliere le opportunità rappresentate da nuovi appalti, cui sarebbe importante partecipare uniti; la spinta propulsiva e il coinvolgimento di un numero maggiore di imprese, attivando le relazioni industriali e commerciali di cui le rappresentanze di settore possono e devono farsi interpreti; l’impegno a favorire le aggregazioni tra imprese in difficoltà

Concludo, certo di proseguire una collaborazione costruttiva e propositiva anche con la stampa, rivolgendo a tutti voi e alle vostre famiglie i migliori auguri di Buon Natale e di un sereno 2011: sarà un anno particolarmente significativo e ricco di storia, il 150° dall’Unità del Paese. Piacenza fu in prima linea come Primogenita d’Italia e saranno numerose, in tal senso, le iniziative volte a ricordare uno dei periodi storici più rappresentativi dell’identità comune e del sentimento di unità nazionale. Anche questa sarà un’occasione per fare squadra.

Grazie.