Polizia Municipale, processo Grilli
Il difensore: accusa ridimensionata

Nuova udienza questa mattina del processo che vede imputata Carla Grilli, commissario, vice comandante della Polizia Municipale. Sette i testimoni, tra agenti della Municipale e commercianti, ascoltati dal collegio giudicante, formato dal presidente Italo Ghitti e dai giudici Elena Stoppini e Maurizio Boselli. Dalle testimonianze sono emersi i cambiamenti di pareri dati su alcuni ricorsi e anche il fatto che alcuni testimoni hanno detto di aver pagato delle contravvenzioni (per lo più per violazioni della Ztl). Grilli, imputata per falso indotto, falso in atto pubblico e abuso d’ufficio, è accusata dal pubblico ministero Antonio Colonna di aver favorito l’accoglimento dei ricorsi di alcuni amici al Giudice di Pace. Una vigilessa ha raccontato di tre ricorsi contro multe per aver transitato nella Ztl senza permesso. I ricorsi erano stati presentati da Silvia Monteverdi (anch’essa indagata nell’inchiesta sui falsi pass per invalidi, da cui è poi scaturita l’indagine su Grilli). Monteverdi si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Nei ricorsi depositati al comando il parere dato da Grilli, referente del Comune per le cause al Giudice di Pace, erano di inammissibilità. Davanti al Giudice di Pace, invece, per un caso dichiarava che il ricorso poteva essere ammesso, mentre in altri due procedimenti diceva che sì i ricorsi erano inammissibli, ma si poteva considerare di ridurre la multe a causa di difetti di notifiche. Il difensore di Grilli, l’avvocato Domenico Maria Chindamo, si è detto “soddisfatto dell’udienza. Non sono usciti i “trucchi” che Grilli è accusata di aver usato e alcuni testimoni hanno dichiarato anche di aver pagato alcune multe”. Diverse le domande dell’avvocato del Comune, Elenza Vezzulli, che ha voluto sapere dai commercianti se conoscevano Grilli e se avessero mai praticato sconti al commissario quando acquistava materiale da loro, soprattutto abbigliamento.

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