Terremoto in Emilia, danni per 11,5 milioni. Campi chiusi entro settembre

Danni per 11,5 miliardi di euro (5,2 alle attività produttive, 3,2 al patrimonio abitativo, oltre 2 ai beni storico-culturali e ai beni pubblici come scuole e ospedali), cui aggiungere 676 milioni per la fase dell’emergenza. 13.698 edifici dichiarati inagibili (35,4% del totale di quelli colpiti) al termine dei sopralluoghi tecnici, 10.622 parzialmente o temporaneamente inagibili (27,5%) e 13.963 edifici agibili (36,1%).

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Ancora: 28 edifici scolastici temporanei da costruire (56,420 milioni il costo) e altri 30 da trovare in locazione (per una spesa di 21,5 milioni). Dal punto di vista socio-sanitario, 8 sono stati i distretti coinvolti, per complessive 640 mila persone. 550 i posti letto effettivamente chiusi, con la riapertura dei reparti ospedalieri danneggiati che verrà completata entro il 31 ottobre.

Infine, sono circa 37.500 i lavoratori di oltre 3.200 aziende che godono degli ammortizzatori sociali.

Fra gli obiettivi principali, quello di chiudere i campi dove sono state accolte le persone rimaste senza casa entro la fine di settembre, campi dove peraltro si trovano ancora oltre 3 mila cittadini stranieri.

A poco meno di tre mesi dalla prima scossa, il 20 maggio (seguita poi da molte altre, con quella altrettanto tremenda del 29 maggio), la Giunta regionale fa il punto sulla situazione seguita al fortissimo terremoto che ha colpito le province di Modena, Ferrara, Bologna e Reggio Emilia con una informativa in Assemblea legislativa, convocata in seduta straordinaria. A intervenire sono il sottosegretario alla Presidenza, Alfredo Bertelli, e gli assessori Gazzolo (Protezione civile), Muzzarelli (Attività produttive), Lusenti (Sanità), Bianchi (Scuola). Relazioni che contengono anche i contributi degli assessori Marzocchi (Politiche sociali), Rabboni (Agricoltura), Melucci (Turismo) e Peri (Trasporti), per un quadro completo sugli interventi messi in campo per avviare la ricostruzione e la ripresa.

Ecco una sintesi degli interventi in Aula dei rappresentanti della Giunta.

Alfredo Bertelli (sottosegretario alla Presidenza)
I principi e gli obiettivi che hanno ispirato l’azione regionale sono stati, dopo le prime settimane, tutte concentrate a dare assistenza e conforto alla popolazione colpita:

1) Ridurre nel tempo più breve ed al minimo possibile il disagio alla popolazione derivato dall’aver perduto (temporaneamente o definitivamente) la propria abitazione. Favorendo dunque, ove possibile, il celere rientro nelle abitazioni o emanando provvedimenti per dare soluzioni alloggiative alternative.

2) Favorire la rapida ripartenza del sistema produttivo, per cercare di contenere gli ingentissimi danni all’economia locale e i negativi effetti sul mercato del lavoro (basti pensare che hanno fatto ricorso alla cassa integrazione oltre 37.500 lavoratori, a causa della sospensione dell’attività della propria azienda).

3) Fare ogni forzo per garantire la riapertura dell’anno scolastico 2012/2013, in considerazione del danneggiamento di oltre 400 edifici scolastici, di cui ben 65, anche di grandi dimensioni, hanno comportato la costruzione di soluzioni provvisorie, in attesa di essere riparati o demoliti e ricostruiti.

4) Realizzare il maggior numero di interventi provvisionali e di somma urgenza per facilitare il rientro nelle abitazioni di coloro che hanno la propria esposta ad un rischio di crollo esterno.

5) realizzare tempestivamente interventi per ridurre il rischio idraulico, considerati i danni importanti subiti dai manufatti per la regolazione dei flussi idrici (idrovore, …).

6) Ci stiamo naturalmente anche occupando di dare avvio alla immediata ricostruzione dei municipi e uffici pubblici danneggiati, per mettere in condizioni le amministrazioni coinvolte di poter continuare ad operare al servizio della propria collettività. E ci stiamo occupando con i comuni, la Soprintendenza e la Curia, di completare il programma per il recupero dell’ingentissimo patrimonio di beni culturali, comprese le chiese, danneggiato e spesso distrutto. Così come si sta lavorando al piano, più complesso, per il recupero dei centri storici.

Paola Gazzolo (assessore regionale alla Difesa del suolo e alla Protezione civile)
A distanza di 86 giorni da quella domenica – 20 maggio – che ha fatto tremare per la prima volta la nostra Regione, 14.804 sono i cittadini che hanno trovato accoglienza nei campi e nelle strutture, 40.000 beneficiano del Contributo di autonoma sistemazione e diverse migliaia – alloggiati in forme differenti (ad esempio nei campi spontanei) – sono stati assistiti indirettamente con l’erogazione di pasti e la fornitura di servizi essenziali.

E ancora: 63 mila sono le verifiche speditive eseguite dai Vigili del Fuoco, a cui si sommano 38.734 sopralluoghi di agibilità post sismica; oltre 110 mila i volontari a cui va un particolare ringraziamento perché attivi fin dall’inizio dell’emergenza, compresi i 1.079 operativi ancora alla data di ieri, 13 agosto; 284 gli emiliano romagnoli.

A poco più di due mesi e mezzo di distanza, attualmente le persone ancora assistite sono 6.319: 4.287ospitate in 27 aree attendate; 179 in 4 strutture coperte; 1.853 in 271 alberghi. Il calo quotidiano degli accolti – rispetto al picco dell’8 giugno di 14.804 accolti – si attesta sul 57,30%: un risultato di rilievo che dimostra il progressivo rientro nelle abitazioni, raggiunto grazie all’intensa attività di verifica dell’agibilità degli immobili svolta in tempi particolarmente veloci.

Le conseguenze del terremoto sulla vita quotidiana delle persone sono ben espresse dalle 64.680 schede Aedes completate per i soli alloggi: 7.684 in provincia di Bologna, 14.597 in provincia di Ferrara; 39.184 in provincia di Modena, 3.215 in provincia di Reggio Emilia. Abitazioni occupate complessivamente da 150.119 persone, delle quali 40.333 evacuate (26,9%). Risultano inagibili 13.665 unità immobiliari (21%) a cui si sommano le 18.984 parzialmente e temporaneamente inagibili (29%). 32.031 sono invece quelle agibili (49%).

Carlo Lusenti (assessore alle Politiche per la salute)
Il sisma che ha colpito la Regione Emilia-Romagna tra il 20 ed il 29 maggio 2012 ha riguardato un’area di circa 2.800 chilometri quadrati comprendente alcune aree delle Province di Reggio Emilia Modena, Bologna e Ferrara. Dal punto di vista socio-sanitario il sisma ha coinvolto 8 Distretti, per complessive 640 mila persone.

Il lavoro relativo alla gestione dell’ondata di calore nei campi, per la quale le Aziende USL hanno monitorato quotidianamente le condizioni di salute della popolazione ed in particolar modo della popolazione a rischio (in particolare circa 940 bambini di età inferiore ai 6 anni e 800 anziani di età superiore a 75 anni) nei campi per individuare, in caso di criticità, eventuali soluzioni abitative alternative.

Sono stati evacuati dagli ospedali della regione Emilia Romagna, danneggiati dal sisma, verso altri ospedali della stessa Provincia, e solo in misura marginale verso le province limitrofe di Reggio e Bologna, un totale di 619 pazienti.

In particolare, sono stati evacuati gli ospedali di Mirandola, Carpi e Finale Emilia (Modena), e Bondeno (Ferrara) mentre per le Aziende Ospedaliero-Universitarie di Modena e Ferrara è stata disposta la chiusura di alcuni reparti a titolo precauzionale – presso le strutture ospedaliere di Modena sono stati attivati di Punti Medici Avanzati che hanno erogato assistenza sanitaria alle popolazioni. Complessivamente nella provincia di Modena sono stati chiusi poco più di 700 letti, mentre in quella di Ferrara le chiusure sono state limitate al solo ospedale di Bondeno (53 posti letto). È da notare che per la prima volta nella storia del Servizio Sanitario Regionale, una rilevante quota delle strutture ospedaliere della parte nord di una vasta provincia sono state azzerate, e in breve tempo le restanti strutture, assieme al pronto allestimento dei Punti Medici Avanzati in prossimità degli ospedali evacuati, hanno garantito l’assistenza essenziale smistando i pazienti negli ospedali più idonei al trattamento delle problematiche presentate, utilizzando solo marginalmente gli ospedali di altre province.

Tutto questo è stato possibile anche per l’attivazione di posti letto supplementari (di cui circa 1/4 derivanti da mancata chiusura estiva) che sono:

– 40 letti a Baggiovara di area internistica il 29 maggio
– 26 letti di area chirurgica il 6 giugno
– 6 letti di terapia intensiva il 6 giugno
– 5 letti di urologia
– 26 letti a Vignola prevalentemente di area internistica
– 20 letti a Castelfranco Emilia prevalentemente di area internistica

La chiusura effettiva è stata perciò di circa 550 posti letto.

Gian Carlo Muzzarelli (assessore alle Attività produttive)
Gli eventi sismici del maggio giugno 2012 hanno colpito in Emilia-Romagna un territorio che, contando solo la popolazione più colpita è di oltre 767mila abitanti. Le unità locali presenti erano 65.788. In quell’area si produce l’1,8% del PIL nazionale.

I danni stimati per l’economia equivalgono a 3,2 miliardi per gli edifici civili e a 5 miliardi per l’industria, agricoltura e i servizi.

La politica per le imprese ruota intorno tre titoli: la semplificazione, la ricostruzione, la competitività.

Il fondo di 6 miliardi di euro, inserito nel DL95 di revisione della spesa pubblica e convertito in legge lo scorso 7 agosto, copre il riconoscimento a carico dello Stato del contributo all’80% dei costi di riparazione e ricostruzione degli immobili e dei macchinari.

I 100 milioni in conto interesse e il FRI [Fondo Rotativo per l’Innovazione] della legge 122 consentono di agevolare il credito (con garanzia del Fondo Centrale per le PMI, del Fondo Ismea-Sgfa per le agricole) per il ripristino o rinnovo di macchinari e scorte, e dei prodotti. 

Il protocollo Regione/Istituti di credito prevede che l’impresa che contrae il mutuo a medio e lungo termine paghi un tasso di interesse pari all’euribor a sei mesi.

Una quota di 82 milioni del fondo nazionale INAIL è stato destinato dal DL83 (sviluppo) al miglioramento della sicurezza del lavoro e sismica delle imprese della zona.

Dieci milioni dei Fondi POR FESR Emilia-Romagna sono stati destinati a contributi per la delocalizzazione temporanea delle imprese del commercio, del turismo, dei servizi e dell’artigianato.

La dotazione del Programma di Sviluppo Rurale a favore dell’Emilia-Romagna è stata potenziata di circa 135 milioni di euro grazie alla solidarietà delle altre Regioni applicando un prelievo sulle dotazioni finanziarie dei rispettivi PSR per l’annualità 2013 e grazie all’impegno del Governo, che, con il DL 74/2012, garantirà il cofinanziamento statale e regionale sulle annualità 2012 e 2013.

Per non perdere terreno sul versante dell’innovazione e della competitività, il DL83 ha previsto un credito d’imposta per l’assunzione di figure professionali di alto profilo, ed il DL74 ha istituito un fondo di 50 milioni di euro per la ricerca, destinato interamente alle filiere produttive della Regione per le imprese dei 54 Comuni dell’area del cratere.

Le Regioni italiane del nord hanno destinato un contributo di solidarietà a valere sul FESR (50 milioni di euro) che sarà destinato allo sviluppo delle imprese.

Le regioni del sud hanno stanziato 50 milioni per le scuole.

La Regione, l’Apt ed il dipartimento del turismo nazionale si sono attivati immediatamente dopo il sisma del 20 e 29 maggio per svolgere una capillare informazione sui mercati esteri tesa a limitare ed annullare gli effetti di notizie sui media internazionali non sempre corrette sulle zone colpite dal terremoto.

In particolare si sono attivati tutti gli uffici Enit, le ambasciate italiane e la stessa Comunità europea.

Nelle prossime settimane sono previste azioni di promozione mirate ai territori di Reggio Emilia ed alle città d’arte di Modena, Bologna, Ferrara.

Circa 37.500 lavoratori di oltre 3.200 aziende godono degli ammortizzatori sociali. 

Patrizio Bianchi (assessore alla Scuola, Università, ricerca, formazione, lavoro)
Dalle verifiche effettuate dalla Regione Emilia Romagna sugli edifici scolastici, oggi ormai completate, risultavano controllate, alla data del 23 luglio 2012, 764 scuole, 692 di proprietà pubblica e 72 di proprietà privata, che ospitano una popolazione scolastica di circa 70.000 studenti.

L’esito delle verifiche certifica come agibili 275 edifici scolastici pubblici e 37 privati (A), mentre sono risultate temporaneamente o parzialmente inagibili 248 scuole pubbliche e 25 private (B-C). Per altre 15 scuole pubbliche e per una privata, giudicate temporaneamente inagibili, occorrono ancora approfondimenti (D).

Gli edifici scolastici inagibili sono 133 di proprietà pubblica e 7 di proprietà privata (E), mentre 21 edifici scolastici pubblici e 2 privati sono inagibili ma per cause esterne (F).

Le risorse necessarie per attivare il programma straordinario per le scuole ammontano a oltre 166 milioni di euro.

Sono stati previsti interventi, eseguiti direttamente dalla struttura del Commissario Delegato, per una somma stimata in 79.420.000 euro per la costruzione di 28 edifici scolastici temporanei (56.420.000 euro), per l’acquisizione in locazione di prefabbricati modulari per 30 edifici scolastici (21.500.000 euro) e per la costruzione di palestre temporanee (2.500.000 euro).

Sono stati inoltre previsti contributi per una somma pari a 81.250.000 euro agli enti attuatori pubblici (Comuni e Province) e di 5.850.000 euro a soggetti privati per le scuole paritarie, per la riparazione immediata degli edifici scolastici giudicati agibili ma che necessitano di interventi di ripristino e di rafforzamento locale, per consentire il riutilizzo delle scuole per il prossimo anno scolastico 2012-2013.

Desidero sottolineare brevemente in questa sede il lavoro imponente che si sta portando avanti in queste settimane.

Si tratta di costruire 28 edifici scolastici temporanei per un importo di 56 milioni e 420 milioni di euro di cui è stata già effettuata l’aggiudicazione provvisoria ed è in corso la redazione dei progetti esecutivi. Si prevede la costruzione di soluzioni alternative per le scuole che non sono riparabili in tempi brevi (anno scolastico 2013-2014) perché gravemente danneggiate e quindi lungamente inagibili. Stanno partendo i primi cantieri e si prevede di concludere i lavori, seppure con tempistiche diverse a seconda della complessità e dimensione delle scuole da realizzare, in tempo utile per garantire a tutti il regolare svolgimento dell’anno scolastico.

Inoltre si tratta di acquisire in locazione prefabbricati modulari scolastici per 30 edifici per l’importo di 21,5 milioni di euro. La procedura negoziata è in corso, per l’aggiudicazione provvisoria ed a seguire la progettazione esecutiva per avviare i lavori entro il mese di agosto con conclusione ai primi giorni di ottobre.

Si sta predisponendo un programma per l’importo di 2,5 milioni per la costruzione o l’acquisizione di palestre temporanee.