Landini (Fiom): “I tagli del governo non vanno verso un’estensione sociale”

Il futuro dello stato sociale è stato al centro del dialogo di oggi nel Salone di Palazzo Galli. La conferenza è iniziata affrontando il fatto che in Italia e Spagna la protezione è concentrata tutta intorno al lavoro e dove sopratutto negli ultimi anni si è creato un problema enorme attorno agli esclusi non sui disoccupati; modello sociale su cui i sindacati sono stati il puntello. A tal proposito è intervenuto proprio Landini di Fiom: “Credo che l’idea di stato sociale sia l’invenzione più importante del secolo che abbiamo alle spalle sopratutto su un punto: per me stato sociale significa che la società intera si assuma la resposabilità di produrre una sicurezza economica sociale per ogni individuo e  quindi si pone il problema di garantire una serie di diritti alla persona indipendetemente dal reddito o dalla situazione che può a vere. Questo mi pare il punto. Il modello sociale in europa pur con le sue diversità è simile a quello degli stati uniti a me sembrano cose abbastanza diverse perchè se penso che se hai 30 milioni di persone che non hanno alcuna assistenza sanitaria a me non pare che si possa chiamare stato sociale che garantisce diritti alle persone. La valutazione che mi sentirei di fare è che noi siamo di fronte In italia e anche in Europa a politiche stanno smantellando lo stato sociale, non si stanno ponendo il problema. Io non credo che gli interventi dal gorverno che abbiamo in carica, il taglio delle pensioni, sia una cosa che va verso una direzione di estendere lo stato sociale o di migliorarlo, ma va esattamente nella direzione opposta. Questa tenedenza non va solo verso smantellare lo stato sociale ma va a privatizzare molti pezzi di stato sociale e le politiche che in Europa si stanno facendo vanno in un addizione di questa natura”. Con queste Parole Landini si è guadagnato trenta secondi di applauso dal numerossimo pubblico che Palazzo Galli non è riuscito a contenere tutto. Sempre Landini continua spiegando le motivazioni, dal canto suo, che hanno prodotto la crisi:  “Le ragioni che hanno prodotto la crisi pesantissima che in Europa si sta affrontando non penso che sia la spesa pubblica ma il tema su cui bisognerebbe agire sono altri due versanti: quello della finanza, cioè del potere che la finanza punta e dei soldi pubblici che sono stati utilizzati per salvare il sistema bancario senza modificare ancora le leggi e l’altro punto è la redistribuzione della ricchezza a danno di chi lavora che non ha precedenti nella storia dell’umanita. Bisogna creare il probelma di creare lavoro e dall’altra parte è quella di intervinire appunto sulla redistribuzione della ricchezza: evasione ficale, corruzzione ma reintrodurre anche un principio di fondo e una progressività molto forte sul fisco. Dentro al sistema sociale ci metto anche il lavoro. Se si vuole costruire un europa sociale bisogna puntare su questo”.

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