Iren, nuovo statuto: tagliati costi ai vertici e più potere ai territori soci

E' stato presentato oggi in Comune, in sede di commissione consigliare 4 (“Sviluppo economico”), il progetto di riforma della governance di Iren spa, la super-multiutilty di servizi di cui fa parte il Comune di Piacenza oltre a Torino, Genova, Parma e Reggio Emilia. Un progetto che rappresenta la sintesi di posizione anche sensibilmente diverse tra loro ma che rappresenta al contempo, secondo l'assessore Francesco Timpano, «un passo avanti importante». «E' stato fatto il miglior lavoro di mediazione possibile» ha ribadito il presidente della commissione Michele Bricchi (Pd) commentando la proposta che dovrà essere discussa in consiglio comunale a Piacenza così come in tutti i consigli comunali dei territorio soci entro il 10 maggio, ovvero in data utile per l'assemblea di bilancio e per l'elezione delle nuove cariche di Iren già fissata per il 27 giugno. 

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Importanti le novità. Prima di tutto il ridimensionamento dei vertici aziendali: viene eliminato il comitato esecutivo, viene dato potere al consiglio di amministrazione dove sono presenti tutte le rappresentanze dei territorio soci di Iren. Viene inoltre individuato nell'amministratore delegato il soggetto che gestisce la società; al presidente e al suo vice vengono date deleghe di carattere istituzionale e di controllo interno. In buona sostanza, spiega Timpano, «la catena di comando si semplifica». Nelle società di primo livello, aggiunge l'assessore, i consigli di amministrazione non sono più nominati esternamente ma sono di nomina interna e in ogni caso l'ad della società di primo livello risponde direttamente all'ad della holding. Una novità, questa, che crea le premesse per eliminare in prospettiva le stesse società di primo livello e andare verso una divisionalizzazione della società «che semplificherebbe di molto l'operatività di Iren». In più – ed è qui che Piacenza ha giocato bene le sue carte – viene dato un riconoscimento forte alle realtà territoriali che, al momento della divisionalizzazione, saranno le uniche società all'interno del gruppo (una volta sparite le società di primo livello). Alle società territoriali si accostano i comitati per il territorio che hanno il compito di misurare la cosiddetta "customer satisfaction", ovvero il gradimento dei cittadini rispetto ai servizi offerti. 

Un percorso decisamente lungo e sofferto, quello presentato oggi; un percorso che ha portato a una proposta di riforma dello statuto che porta Iren nella direzione giusta, secondo l'assessore Timpano. «Una buona premessa per rilanciare una società che comunque già quest'anno ha dato segnali positivi» aggiunge. E puntualizza, toccando un tema caldo degli ultimi mesi: «Il progetto in questione non toglie che noi, qui da Piacenza, ci aspettiamo da Iren delle risposte sul tema degli investimenti. Risposte che per ora non sono arrivate, così come sul servizio idrico integrato». Temi sui quali secondo Timpano «siamo indietro in modo ingiustificato». 

Infine il tasto compensi. Un tasto spesso dolente e sul quale gli occhi dei cittadini, in questo periodo più che mai, sono puntati con particolare attenzione. «Coerentemente con le indicazioni di molti consigli comunali – spiega l'assessore – i compensi vengono fissati dall'assemblea e non più dal consiglio di amministrazione come in precedenza». E' un passo in avanti anche se il lavoro non è finito perché saranno i comitati per la remunerazione che dovranno fissare paletti che permettano di ridurre i costi per la società pur mantenendo – precisa tuttavia Timpano – livelli remunerativi in grado di attrarre professionalità di spicco. 

Breve ma intenso il dibattito seguito alla relazione dell'assessore. «E' un passo nella direzione giusta – ha detto Carlo Pallavicini (Rifondazione) con riferimento alla riduzione dei costi e «di conseguenza degli sprechi». Pallavicini ribadisce però il concetto da lui più volte espresso: Iren è una società mastodontica e troppo managerializzata. Credo che in questa proposta di riforma dello statuto si potesse avere più coraggio». 

«Fa piacere che ci sia data una mossa per snellire una struttura enorme e pachidermica – ha detto Erika Opizzi di Fratelli d'Italia – Lascia tuttavia perplessi il fatto che il consiglio possa attribuire competenze particolari. Altra nota positiva è la possibilità di controllo dei compensi. L'istituzione dei comitati territoriali, però, non dà tutte queste buone speranze: non vorrei che questi comitati diventassero la via per riciclare gli esclusi della politica». 

Progetto di riforma che sembra incontrare in linea di massima i favori bipartisan del consiglio sebbene alcuni oggi abbiano deciso di non partecipare alla votazione della delibera (Andrea Paparo del Pdl), altri si siano astenuti (Paolo Garetti di Sveglia e la stessa Opizzi di FdI). 

Mirta Quagliaroli è l'unica che ha dichiarato la sua intenzione di votare contro: «Ho l'impressione che si miri a eliminare la rappresentanza di Parma (governata dal grillino Federico Pizzarotti) all'interno dei centri decisionali di Iren. Così non vengano rispettati tutti i territori. Esiste anche già una proposta alternativa a questa di cui si sta discutendo, e l'ha presentata proprio il sindaco Pizzarotti, ma come spesso capita con le proposte del M5S, non è nemmeno stata presa in considerazione».