Gli alieni mi hanno cambiato la vita: Maurizio Baiata lo racconta a RadioSound

Questa mattina sono stati ospiti, all’interno della trasmissione Sound4You, su RadioSound95: Alberto Negri di Spazio Tesla e il giornalista Maurizio Baiata. Baiata è stato il protagonista della serata organizzata da Spazio Tesla “Ufo e nuove frontiere della conoscenza“. Giornalista ma anche critico musicale molto attivo negli anni 70, gli anni d’oro della musica. La sua vita è cambiata nel momento in cui è entrato in contatto con altre entità, più spesso chiamate aliene. Ne abbiamo parlato in diretta con lui.
 
“Gli alieni mi hanno cambiato la vita” è il suo ultimo libro, nel quale racconta la sua esperienza premorte e il suo incontro con gli alieni.
Il primo capitolo è dedicato alla mia esperienza di premorte, in tanti l’hanno vissuta, parlandone cerco di comunicare la positività della morte e non la paura di quello che c’è oltre la vita. Lo stesso Battiato recentemente ha realizzato un documentario “Attraversando il bardo” in cui si spiega, dal punto di vista tibetano, il perché non  dobbiamo aver paura. La morte non esiste, noi siamo un involucro fisico. Al di là di questo involucro c’è questa vita e tante altre.
Rispetto alla mia esperienza di premorte, avuta nel 71, ho fatto successivamente un collegamento, in regressione ipnotica, con il contatto diretto, avuto nel 1999, con tre esserini che mi fecero visita.
 
Perché gli alieni ti hanno salvato la vita?
Ci sono arrivato a livello emozionale, quando mi sono visto in una sala operatoria, nel 71, dove mi stavano aprendo e richiudendo. In quel momento il chirurgo del Policlinico di Roma non era solo c’erano anche due grigi con lui. È una storia allucinante, può sembrare pazzesca, però siccome noi siamo fantastiche creature credo sia giusto raccontarla.
 
Come ci si rapporta con lo scetticismo della gente di fronte a questi temi?
Invitato al Maurizio Costanzo Show il mio racconto, per quanto suggestivo, era stato spiegato come un’allucinazione dovuta al grave incidente subito. Potrebbe anche essere, ma la mia stessa esperienza è stata fatta da milioni di persone, anche scienziati, che ti raccontano  di essere andati dall’altra parte di aver attraversato il confine, rispetto a quella che si potrebbe definire morte apparente. Sono arrivate davanti alla porta, hanno visto la fine del tunnel e hanno poi avuto la possibilità, fortuna, di ritornare.
 
Molti artisti raccontano di trovare ispirazione grazie a questo tipo di esperienze. 
John Lennon in un album scrisse “Ragazzi io  ho visto un ufo nel cielo di NY”. Ha raccontato questa esperienza durante la quale gli è apparso un oggetto non identificato. Ha poi raccontato a Uri Geller, uno dei più grandi sensitivi di tutti i tempi, di essersi svegliato una notte, di aver aperto gli occhi e aver visto filtrare la luce sotto la porta della camera da letto. Alzandosi  timidamente e avvicinandosi alla porta questa è scomparsa ed è diventata un passaggio dimensionale. Oltre la luce c’era un esserino un grigio, la classica tipologia degli alieni. Quasi nessuno riesce ad accettare questo tipo di esperienze. Tutti si pongono domande come “perché io, perché a me?”, poi non riescono più a riconoscersi con la vita di tutti i giorni a causa dell’effetto dirompente di questo tipo di contatto. Molti traducono tutto questo in una espressione formidabile dal punto di vista artistico: scrittura, pittura ma soprattutto musica.
 
Come vengono contattate le persone dalle entità?
Gli alieni, o meglio le entità biologiche extraterrestri, li ho visti nella mia camera da letto, intorno alle 4 del mattino. Ho aperto gli occhi perché sentivo nella mia mente qualcosa che mi diceva “Maurizio apri gli occhi”. Il contatto è sempre di tipo telepatico. Nel momento in cui mi sono svegliato, mi sono apparse queste luci che si componevano fino creare tre figure. Il contatto avviene ad personam. Ciascuno di noi ha la fortuna di poter fare questi incontri, ormai quasi tutti i ricercatori convergono su un punto: questo tipo di esperienze serve a livello evolutivo sia per l’individuo che le vive, sia a livello della società nella quale questo individuo trasmette quello che ha vissuto. 

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