“Dopo 201 anni la missione è ancora la stessa: essere vicini ai cittadini”

E' ancora profonda la commozione per il collega Luca Di Pietra, l'appuntato dei carabinieri deceduto in un tragico incidente a Castelsangiovanni il 29 settembre 2014. Un incidente avvenuto durante l'inseguimento di un'auto sospetta, una potente Audi che la Fiat Bravo in dotazione all'Arma non avrebbe mai potuto raggiungere. Ma Di Pietra e il collega Massimo Banci non se ne curarono minimante e si lanciarono all'inseguimento, nella mente solo la volontà di compiere il proprio dovere. La corsa finì contro un tir parcheggiato: Di Pietra morì sul colpo, Banci restò gravemente ferito e rimase a lungo in coma. Questa mattina, venerdì 5 giugno, alla caserma Paride Biselli, Banci era presente per festeggiare i 201 anni dell'Arma e per ricordare il proprio collega scomparso. Con lui la compagna di Di Pietra, Alessandra: sul suo braccio il tatuaggio di un cuore con all'interno solo un nome "Luca".

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"Non potevo mancare anche perché ormai l'Arma è la mia famiglia – spiega Banci – anche nel periodo della mia convalescenza non sono mai stato lasciato solo. Io di quel giorno non ricordo nulla, so solo che non vedo l'ora di tornare in servizio anche per onorare la memoria di Luca. La riabilitazione però è ancora molto lunga: io sto bene oggi, però mi hanno dovuto ricostruire e rimontare! (ride ndr)".

Dopo la lettura del messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dell'ordine del giorno del comandante generale dell'Arma dei carabinieri Tullio Delsette, sono stati consegnati i riconoscimenti ai militari che si sono particolarmente distinti nel servizio: al maresciallo Roberto Guasco, al maresciallo capo Giuliano Baccioli, al brigadiere Guglielmo Buffa, all'appuntato scelto Salvatore Esposito, all'appuntato Gianluca Grasso e, ovviamente, all'appuntato scelto Luca Di Pietra. In conclusione la preghiera del carabiniere a coronamento di una cerimonia semplice, come si addice ai tempi di oggi, una forma di rispetto nei confronti dei cittadini attanagliati dalla crisi.

"Dopo 201 anni di storia la nostra missione è ancora la stessa: essere vicini ai cittadini con le nostre stazioni, essere radicati sul territorio e rappresentare un punto di riferimento per la popolazione" conclude il comandante provinciale dei carabinieri Filippo Fruttini.