Mostra del cinema di Venezia, Bellocchio bacchetta la Lega. Rancan replica

«Il clima di intolleranza, sia chiaro a Bellocchio, è stato generato da un governo che ha permesso a chiunque di varcare le nostre frontiere, anche criminali e assassini come dimostra il recente caso di Catania. Alla base di certi sentimenti non vi è dunque la “paura di essere invasi” alimentata dal Carroccio».

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Il giorno dopo la presentazione al Festival del Cinema di Venezia del film “Sangue del mio sangue” di Marco Bellocchio, il consigliere regionale Matteo Rancan della Lega Nord replica al regista di Bobbio in merito alle dichiarazioni rilasciate recentemente sul tema dell’immigrazione.

«Si preferisce attaccare – accusa Rancan –, specie negli ambienti di artisti e intellettuali, la Lega invece di prendere di mira un governo che ha svenduto l’accoglienza a certe coop e alla mafia. Il cineasta capisca una volta per tutte che il nostro movimento non ha mai rifiutato l’asilo a chi scappa dalle guerre, bensì sostiene che chi non è in possesso dei requisiti per ottenere il diritto d’asilo non debba essere mantenuto. La Lega pretende solo il rispetto delle regole. E se a qualcuno fa comodo giocare con le parole, a noi piace la chiarezza: massime tutele a chi scappa da guerra e persecuzioni, rimpatri ed espulsioni immediate per i clandestini (ricordiamo l’azzeramento del fondo espulsioni da parte del governo Renzi). La Lega – sottolinea il consigliere del Carroccio – vuole tutelare i cittadini italiani da un’immigrazione incontrollata e, al tempo stesso, anche gli immigrati regolari e i profughi veri quelli che realmente fuggono da aree di crisi. La Lega chiede centri di accoglienza protetti dalle forze internazionali nei Paesi di origine o in zone limitrofe, più tutele per chi ne ha diritto e di limitare il caos degli sbarchi. Se si lasciano andare per mare centinaia di migliaia di persone, promettendo loro un Bengodi che non esiste, si alimentano i rischi e si fa il gioco degli scafisti e di chi sull’immigrazione ci lucra. Troppo facile, per Bellocchio e tanti come lui, atteggiarsi a uomo di sinistra, predicando l’accoglienza indiscriminata e scaricando così il peso della propria ideologia sulle tasche dei cittadini. Forse, ben al di là delle marce pro-immigrati proclamate sul tappeto rosso di un festival cinematografico, un po’ di realismo e concretezza non guasterebbero. Per questo, oltre a sfilare scalzo al Lido di Venezia, Bellocchio dia un segnale concreto di vicinanza alla causa: ospiti nelle proprie tenute parte delle decine di migliaia di clandestini, oggi mantenuti grazie alla spesa pubblica, e gli riconosceremo almeno una certa coerenza».