Il Po ricorda. Indo, Sarasvati, Ganga: l’India dei sacri fiumi

Il Po ricorda. Indo, Sarasvati, Ganga: l’India dei sacri fiumi Sabato 2 luglio dalle 17.30 fino a sera con Arti e Pensieri sull’argine di Po (zona riqualificata all’altezza della banchina di attracco Città di Piacenza, zona Canottieri Vittorino da Feltre). Un viaggio storico e mitologico nella tradizione indiana per ripensare la nostra identità fluviale tramite il confronto con altre civiltà e per condividere gli spazi pubblici di Piacenza in modo innovativo e inclusivo. Dopo la serata di sabato 25 giugno con IL GIARDINO DELLE DELIZIE, quando i numerosi partecipanti si sono immersi nelle magnifiche architetture di Palazzo Farnese sognando il giardino commissionato da Margherita d’Austria per collegare il Palazzo al Po, il cui progetto è stato ricostruito dall’architetto Roberta Morisi, torna l’iniziativa IL PO RICORDA.
La manifestazione, giunta alla quarta edizione, si svolge in collaborazione con il Comune di Piacenza e in partenariato con altre importanti realtà del territorio quali la Fondazione Teatri e il Conservatorio Nicolini, con il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano e del Consorzio di Bonifica, oltre alla rete sempre crescente di collaborazioni con enti e associazioni sia pubbliche che private del territorio e non solo.
Il progetto IL PO RICORDA. Vivere il confine, curato dell’associazione culturale Arti e Pensieri per riannodare l’antico rapporto della città di Piacenza con il suo fiume, è stato selezionato tra i vincitori del bando regionale Giovani per il Territorio dall’Istituto Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia Romagna (IBACN) e si svolge con il patrocinio del Francigena European Festival.
 
Il fecondo tema del confine, indagato dagli storici di Arti e Pensieri già dalle passate edizioni, sarà visto qui come limite culturale da superare per rigenerare il nostro sguardo su quello che ci circonda e su noi stessi. Pensare all’India significa visualizzare i ghat affollati di persone in riva alla Madre Ganga, il fiume più venerato del Subcontinente. Ganga è la madre amorevole di ogni hindu e la vita è considerata incompleta senza un bagno nelle sue acque almeno una volta nella propria esistenza.Sulle impervie lande dell’Himalaya, tra le sue vette inaccessibili e disertate dagli uomini, dopo sette confluenze nasce Ganga, figlia di Himavan, re della  montagna. A lei la tradizione assegna il potere  di purificare tutto ciò che tocca e come dea è l’unica a essere associata a tutte e tre le divinità maggiori: Brahma, Shiva e Vishnu. Ganga fa la sua comparsa per la prima volta nel Rg Veda, dove tuttavia ha un ruolo secondario, nominata solo due volte. Il Veda era, infatti, nettamente sbilanciato su Sarasvati, fiume oggi estinto che porta il nome della grande dea consorte di Shri Brahma, il Creatore.Sarasvati è la dea della conoscenza e delle arti ed è stato ipotizzato che il fondamentale ruolo svolto dal fiume nello sviluppo e nella diffusione della cultura e della lingua scritta abbia ispirato questa sua personificazione. Sarasvati è anche il fiume sulle cui rive si è sviluppata fin dal Neolitico la fiorente e per certi versi ancora misteriosa Civiltà dell’Indo-Sarasvati.Mohenjo-Daro e Harappa sull’Indo furono i primi insediamenti scoperti di questa avanzatissima cultura che oggi conta più di 750 siti e che subì un brusco tracollo fra l’inizio e la metà del II millennio, causato proprio dallo sprofondamento della Sarasvati nel sottosuolo per un’elevata attività sismica.Tali sconvolgimenti sradicarono la civiltà harappana e la costrinsero, probabilmente, a riorganizzarsi e spostarsi in zone più ospitali nella pianura gangetica. Le scoperte archeologiche degli ultimi anni si intrecciano, incredibilmente, alla sterminata massa di miti e confermano i racconti della letteratura vedica ed epica, come il famoso Mahabharata.Dopo la conferenza di Micaela Bertuzzi, indologa specializzata in archeologia, sarà possibile sperimentare una sessione di yoga guidata da Roberta Morisi e Rajbir Nadia Losi grazie alla collaborazione di Yogagea asd.Non mancheranno laboratori di decorazione con stampi originali indiani e di creazione di piccole lampade con foglie e fiori da donare al fiume, allora il Po, costellato di fiori e lumini, diverrà uno dei tirtha, i guadi sacri pervasi di energia in cui è possibile liberarsi dalla sofferenza del mondo. Verrà proposta anche la festa indiana di Holi, quando si gioca a ricoprirsi di polveri colorate, enon mancherà la gustosissima merenda/aperitivo a tema con cibi e bevande della tradizione indiana. Inoltre ci sarà anche la possibilità di farsi decorare le mani con la tecnica del mehndi (tatuaggi temporanei con pasta di hennè), descritta già nei Veda e intesa come rappresentazione simbolica del sole interiore.A coloro che vogliono partecipare alla festa dei colori si consiglia di non indossare abiti particolarmente preziosi o delicati, sebbene le polveri siano completamente naturali, atossiche e lavabili.
Per sperimentare la sessione di yoga gli organizzatori precisano che l’associazione Yogagea metterà a disposizione qualche tappetino, in ogni caso chi ne possiede uno è invitato a portarlo con sé. Anche un telo di stoffa o di spugna andrà bene!

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La giornata si svolge anche grazie alla collaborazione di Società Canottieri Vittorino da Feltre, Map, Gregori s.a.s. e si configura come un recupero di quella in programma lo scorso settembre e annullata per maltempo. Informazioni all’indirizzo artiepensieri@virgilio.it o ai numeri 340.6160854, 333.6738327, 339.5411031.www.artiepensieri.comFacebook: Arti e Pensieri