Lega: “Chi accoglie i profughi renda conto di come impiega i soldi pubblici”

La Lega Nord in Emilia Romagna chiede a gran voce di introdurre l’obbligo di rendicontazione da parte dei gestori dei centri di accoglienza per richiedenti asilo, attualmente non soggetti ad alcun obbligo, e lo fa con un Progetto di Legge alle Camere, depositato in Assemblea Legislativa, primo firmatario Matteo Rancan: “La nostra proposta di legge – spiega Rancan – mira a colmare un vuoto normativo relativo alla rendicontazione delle risorse pubbliche disposte in favore dei gestori privati delle strutture aggiudicatarie delle gare per il servizio di accoglienza dei richiedenti asilo, indette dalle Prefetture”.

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“La legge di riferimento – chiarisce il rappresentante del Carroccio in Er – è ancora oggi la n.563 del 29 dicembre 1995, sviluppata in seno a una situazione emergenziale e che non presenta alcuna specifica in merito all’obbligo di rendicontazione dei fondi pubblici ottenuti per l’assistenza dei richiedenti asilo. Il problema dei flussi migratori oggi ha invece assunto dimensioni preoccupanti, ponendo in discussione l’intero costrutto normativo e gestionale relativo alle politiche migratorie europee e nazionali. Si sono evidenziati numerosi scandali che hanno posto in evidenza i gravi difetti di una pratica gestionale ed economica basata unicamente su rimborsi forfettari pro-capite e pro-die, legata alla sola presenza degli immigrati nelle strutture d’accoglienza e non all’effettiva spesa sostenuta e rendicontata puntualmente e dettagliatamente dai gestori”.

“Una problematica – continua Rancan – che risulta ulteriormente aggravata dal fatto che l’intero sistema di accoglienza nazionale e, di conseguenza, regionale e locale è al collasso: i flussi sono in continuo aumento; le pratiche di riconoscimento dell’effettivo diritto di protezione umanitaria sono lente e suscettibili di ricorsi, prolungando ulteriormente i tempi di attesa e dunque le spese di mantenimento dei richiedenti asilo nelle strutture. A questo si aggiunga poi la distribuzione degli immigrati che risulta problematica anche a fronte delle legittime rimostranze degli amministratori locali e delle popolazioni; la situazione di crisi economica generale che acuisce il senso di ingiustizia sociale e l’affollamento delle strutture. Fattori che contribuiscono a innescare manifestazioni di protesta plateali e violente dei migranti. Insomma – attacca Rancan – è evidente che il mancato controllo da parte dei gestori porta a un concreto rischio di cooptazione degli immigrati nei circuiti delinquenziali, esponendoli altresì a diverse forme di sfruttamento”.

“Per questo – continua – e per colmare l’evidente divario tra gli obblighi di rendicontazione a cui sono sottoposti gli enti locali e quelli relativi ai soggetti privati, chiediamo una revisione della normativa in materia e l’introduzione per legge di una rendicontazione puntuale e dettagliata delle spese effettuate sia dai soggetti pubblici sia da quelli privati, prevedendo che il conseguente rimborso avvenga sulla base della spesa effettivamente sostenuta dagli operatori e non sulla base di rimborso forfettario pro-capite e pro-die legato alla sola presenza dei migranti nelle strutture allestite per l’accoglienza, come è stato fatto fino ad ora nelle convenzioni tra Prefetture e soggetti operanti”.