I primi passi li ha mossi nella basilica di Sant’Antonino.
Ma ora la mostra “Don Vittorio. Un segno
di speranza” allestita lo scorso dicembre da Africa Mission Cooperazione e Sviluppo in occasione del venticinquesimo anniversario della morte
del suo fondatore don Vittorio Pastori si prepara a diventare itinerante: sono
infatti già stati avviati dei contatti per ospitarla in alcune chiese della città.
Nel frattempo è stata sancita la chiusura della mostra, allestita nella basilica del santo patrono nelle scorse settimane: alla presenza del vescovo della diocesi di Piacenza-Bobbio monsignor Gianni Ambrosio, del viceprefetto vicario di Piacenza Attilio Ubaldi e del parroco di Sant’Antonino don Giuseppe Basini, il presidente di Africa Mission Cooperazione e Sviluppo don Maurizio Noberini ha espresso soddisfazione per il successo riscontrato dall’esposizione: “Siamo contenti perché la mostra è stata apprezzata dalla cittadinanza – spiega don Noberini – da una parte questo percorso ha inteso ricordare don Vittorio nell’anniversario della sua scomparsa attraverso la sua vita, le sue opere e le sue parole; dall’altra questa iniziativa rappresenta il primo e importante passo verso le celebrazioni del 2022, anno in cui ricorrerà il cinquantesimo anniversario della fondazione del Movimento”.
Nello specifico attraverso i pannelli viene costruito un percorso di approfondimento e attualizzazione della realtà di Africa Mission: “L’idea è quella di far “girare” la mostra anche in altre parrocchie piacentine con l’obiettivo di condividere un momento di riflessione sulle sfide che la società attuale presenta alla missione” dichiara don Noberini.
Ma c’è anche un’altra novità: sempre legato alla mostra nelle prossime settimane verrà stampato anche un libretto che raccoglie testi e fotografie in esposizione e verrà realizzato in collaborazione con il Nuovo Giornale.
“Quella di Don Vittorio è una figura ammirevole per il dinamismo, la vitalità e l’amore per il prossimo che l’ha sempre contraddistinto” spiega monsignor Ambrosio, a cui fa eco anche il viceprefetto vicario Ubaldi: “Una figura così non l’avevo mai conosciuta – è stato il suo commento – penso meriti davvero di essere valorizzata ancora a distanza di ventisei anni dalla morte”.
LA MOSTRA E IL MOVIMENTO IN PILLOLE:
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