L’aiuto più lontano che l’ospedale di Piacenza poteva ricevere arriva dall’Uganda. Ammonta a oltre 500 euro la raccolta fondi che i collaboratori locali di Africa Mission Cooperazione e Sviluppo e i villaggi stanno realizzando per dare una mano concreta al “Guglielmo da Saliceto” messo a dura prova dall’emergenza coronavirus: un piccolo gesto che arriva da un Paese in forte difficoltà, dove il coronavirus si sta diffondendo seppure in misura molto minore rispetto all’Italia.
“In Uganda l’idea di organizzare questa raccolta fondi è nata dai collaboratori e dalle realtà locali che da quarantotto anni ricevono il supporto il Africa Mission Cooperazione e Sviluppo – spiega il direttore del Movimento Carlo Ruspantini insieme al presidente di Cooperazione e Sviluppo Carlo Antonello – finora abbiamo superato i 500 euro, ma la raccolta proseguirà per tutto il mese di aprile: per noi si tratta di una piccola cifra, ma per chi vive in Uganda è l’equivalente di uno stipendio mensile di un professionista e simboleggia la gratitudine di un popolo che, dopo avere ricevuto aiuto, vuole essere vicino all’Italia che soffre. Anche per questo motivo la donazione è destinata all’ospedale di Piacenza, ma simbolicamente all’intero Paese: la scelta è ricaduta sulla città che è sede centrale del nostro Movimento, oltre a essere una delle realtà che ha pagato il prezzo più alto dall’inizio dell’epidemia”.
Nelle scorse settimane dall’Uganda erano arrivati diversi messaggi di incoraggiamento e vicinanza al nostro territorio: i collaboratori locali ed espatriati non hanno mancato di far sentire la loro voce per dimostrare la solidarietà ai volontari che in Italia si impegnano attualmente nelle loro comunità e che, come il resto della popolazione, si sono trovati a piangere la scomparsa di familiari e amici colpiti dal coronavirus.
Nel contempo in Uganda Africa Mission ha avviato una serie di laboratori dedicati alla creazione di sapone e mascherine: “Tutti i progetti attualmente sono fermi a causa delle misure di blocco prese dal presidente ugandese Museveni – spiega Ruspantini – essendo parte di un comitato di emergenza, continuiamo comunque a garantire gli interventi di riabilitazione dei pozzi che vengono eseguiti dalle squadre dei dipendenti locali secondo le indicazioni di sicurezza date dal Cda. Contestualmente i nostri volontari in Uganda si sono organizzati per produrre sapone da consegnare ai detenuti delle prigioni e per confezionare mascherine da dare ai dipendenti e nei dispensari seguiti dal Movimento. Da quarantotto anni operiamo in Africa e camminiamo al fianco della popolazione ugandese con serietà, portando avanti il messaggio lasciatoci da don Vittorione”.
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