Il tema Biometano a Sarmato continua ad alimentare il dibattito su più fronti. In una nota il comitato “RinnoviAMO SARMATO” evidenzia alcuni contenuti di un articolo di stampa prodotto dai DEM locali e le loro considerazioni a riguardo.
Nel linguaggio sociologico il termine “dissonanza cognitiva”, preso in prestito da un commento di una nostra agguerrita aderente, corrispondente alla “sensazione di disagio che si prova quando si fa qualcosa che non è in linea con ciò che si pensa o si crede”. Senza voler sembrare irriverenti nei giudizi è questa la sensazione che abbiamo provato dalla lettura dell’articolo apparso ieri 09 Luglio sul quotidiano locale Libertà.
In esso la compagine DEM locale, oltre a ribadire – e questo ci fa enormemente piacere – “l’ostilità all’impianto che dovrebbe sorgere accanto all’area ex Eridania” ha ritenuto di individuare nella politica nazionale e regionale la responsabilità sulle mancate risposte all’importante tema del biometano a Sarmato. E lo ha fatto con riferimenti ad un presunto “paese diviso” (sarebbe interessante conoscere quale controparte si pone a favore dell’impianto) ed alla neanche velata «occasione persa sul confronto su un tema ambientale comune che ora è andata dispersa, con nostro rammarico – prosegue la nota del PD locale – in un generico “no biometano” collettivo».
Segue un’ulteriore reprimenda sull’ambiguità dei referenti politici piacentini ed un indecifrabile riferimento ai “paladini” in campo (chi possano essere non è dato a sapersi); la nota, infine, si conclude infine con un endorsement alla “nostra sindaca, che ha criticato l’uso dei contributi pubblici del Pnrr per favorire interventi speculativi rispetto a quelli territoriali e ambientali”.
Ci permettiamo di osservare che esternazioni simili non rendono giustizia alla nostra già provata collettività ed al richiamato diritto alla necessaria informazione, diritto che il Comitato ha rivolto – inutilmente – in prima istanza agli enti deputati (prova ne è la sentenza del TAR che condanna Arpae a consegnare tutti i documenti del procedimento biometano); di certo invocare il mantra “piove governo ladro”, soprattutto se proferito da colei che rappresenta la prima Autorità Sanitaria Locale, in una fase dove ci si attendono (come ribadito dal Sindaco stesso nel corso della sua ultima intervista a RadioSoud) azioni di contrasto per scongiurare ulteriori azioni di degrado dell’impianto, appare oltremodo inopportuno e fuori luogo.
In relazione poi al riferimento del ricorso al generico “no biometano” in luogo di articolati temi di confronto, siamo più che certi che tale riferimento sia da attribuirsi ad altri e non certo al Comitato “Rinnoviamo Sarmato”; se le forze che sostengono così fermamente (il discutibile) operato del Sindaco avessero inteso partecipare all’assemblea pubblica dello scorso 7 Febbraio o all’importante Convegno tenutosi lo scorso 7 Giugno dal tema “BIOMETANO: IL LATO OSCURO” avrebbero potuto rendersi conto, da un lato delle testimonianze di abitanti illusi da promesse mai mantenute sulla presunta irrilevante ricaduta ambientale di impianti simili al nostro (abitanti ora costretti a barricarsi in casa) e dall’altro avrebbero potuto ascoltare le relazioni di esperti di fama nazionale che argomentavano, studi alla mano, le terribili ricadute sul contesto sanitario, agronomico e sociale che impianti simili possono determinare sul territorio che li ospita.
Non ci risulta che l’amministrazione in questione abbia mai promosso iniziative informative pubbliche nonostante le legge, secondo i principi di trasparenza e partecipazione, ne imponga la diffusione. Riteniamo che questa sia la vera “occasione persa sul confronto su un tema ambientale comune” sia da parte dell’amministrazione, che delle 150 mamme dei bambini che giocheranno a pochi metri dall’impianto, dalla maggioranza delle Associazioni Sarmatesi e da coloro che nutrono la stessa “dissonanza cognitiva” riferita ad inizio comunicato.
Ci permettiamo anche di ricordare che la “politica” si svolge anche e soprattutto nelle stanze del Comune, magari ascoltando e coinvolgendo la popolazione alla quale i signori amministratori sono tenuti a rispondere, traducendo i bisogni in scelte concrete – così come è accaduto, per esempio, per le amministrazioni dei Comuni di Stradella e Portalbera che, insieme al neonato Comitato, hanno risposto un secco NO all’impianto proposto, senza per questo ricercare alcun alibi nella (sicuramente discutibile) legislazione europea e nazionale vigente (esempi di Comuni che hanno manifestato con propri atti, riuscendo a bloccare insediamenti simili, sono all’ordine del giorno).
A nostro opinabile giudizio nella gestione del biometano a Sarmato è sicuramente mancata una decisa, tenace e concreta azione di contrasto, manifestata solo verbalmente e dai risultati impietosi; a dimostrazione di quanto affermato citiamo gli (incontrovertibili) atti:
Concludiamo aderendo senza indugio alcuno rendendoci partecipi all’invito dei DEM locali per “una ritrovata unità d’intenti tra le varie opposizioni all’impianto […] affinché la popolazione venga informata sulle informazioni tecniche e sui possibili risvolti negativi dell’impianto; sono da disapprovare le intenzioni della società Apis PC1 di occultare dati o promuovere modifiche al progetto originario”.
Aggiungiamo, soltanto per un marcato diritto di informazione, che una richiesta di modifiche al progetto è stata presentata con istanza prot. n. 5167 del 09/06/2025 dalla APIS PC1 SOCIETA’ AGRICOLA S.R.L., che ha depositato la documentazione relativa ad una Procedura Abilitativa Semplificata per “modifica della ricetta di alimentazione delle biomasse in ingresso (quantitativo massimo biomasse in ingresso invariato e produzione di biometano invariata), modifica n. digestori, riduzione volumetria stoccaggio digestato solido, realizzazione bunker di alimentazione e stoccaggio biomasse, realizzazione unico biofiltro, sostituzione copertura per balloni paglia con telo in PVC, spostamento area tecnologica ed altre componenti di impianto per ottimizzazione degli spazi di gestione”.
Tale notizia è stata resa agli organi di stampa dal Comitato il 30 Giugno scorso ma, anche in questo caso – e non certo in ossequio ai principi di trasparenza e partecipazione – non è stata data alcuna informazione ufficiale né vi è alcuna traccia sul sito comunale.
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