Economia

Piacenza, costituito il comitato per i referendum su lavoro e cittadinanza

Cinque SI per cinque referendum per cambiare il Paese. Con questo obbiettivo si è costituito a Piacenza il Comitato provinciale per i referendum su lavoro e cittadinanza che nei prossimi mesi sarà oggetto di consultazione elettorale.

Del Comitato fanno parte Cgil, Partito Democratico, Rifondazione comunista, Alleanza Verdi-Sinistra, Alternativa per Piacenza, Piacenza Coraggiosa e una serie di associazioni che compongono la rete de “La Via Maestra per la Costituzione”, tra cui, Anpi, Arci, Arcigay, Libera; e ancora Auser, Attac! Giovani Democratici, Federconsumatori, il sindacato inquilini Sunia, Europe for Peace Piacenza e Fiorenzuola Oltre i Confini e Comitato per la Democrazia Costituzionale. Un incontro con i primi aderenti al comitato provinciale ha avuto luogo in Camera del Lavoro con segretari provinciali dei partiti che fanno parte del Comitato provinciale Piacenza 5 sì, e referenti di associazioni e organizzazioni. Presente il segretario generale della Cgil, Ivo Bussacchini, e quello organizzativo, Marco Carini.

“Cambiare il Paese rimettendo al centro la dignità dei lavoratori e la cittadinanza degli stranieri per avere meno paura del futuro ed essere più liberi nelle proprie scelte lavorative e nelle proprie aspirazioni di vita”. Questo il messaggio che il neo costituito Comitato intende lanciare a tutti i cittadini e a tutte le cittadine invitandoli innanzitutto alla partecipazione al voto. Chi volesse partecipare attivamente può scrivere una mail a info@cgilpiacenza.it

Il primo grande obbiettivo è infatti il raggiungimento del quorum per il quale occorre il 50% + 1 degli elettori per il quale occorre una grande mobilitazione popolare. A tutti i cittadini e cittadine, pensionati e pensionate, lavoratrici e lavoratori chiediamo di attivarsi per costituire comitati cittadini e in ogni luogo di lavoro, come sta già accadendo in questi giorni con la costituzione dei primi Comitati distrettuali e cittadini e di fabbrica.

Chi parteciperà al voto referendario sarà arbitro del proprio destino perché in conseguenza della propria scelta potrà ottenere un cambiamento immediato e concreto della propria situazione.

Votando SI ci sarà meno precarietà perché i contratti a tempo determinato non saranno più liberalizzati. Votando SI i lavoratori delle piccole aziende non saranno più ricattabili per i licenziamenti, votando SI tutti i lavoratori potranno avere le stesse tutele indipendentemente dalla data di assunzione, votando SI i lavoratori degli appalti – in caso di infortunio – potranno avere le stesse tutele dei dipendenti diretti.

Infine votando SI per il referendum sulla cittadinanza avremo più sicurezza perché aumenterà la velocità di integrazione di quei cittadini stranieri che sono in regola.   

Ai cittadini e alle cittadine chiediamo di proseguire il lavoro di difesa della Costituzione avviato con il referendum contro l’autonomia differenziata.

Questa volta è in gioco l’unità sociale del Paese e per questa ragione bisogna votare SI ai cinque quesiti per un Paese solidale e per dire basta alle morti sul lavoro.

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