Retribuzione di soli 600 euro, la smentita della Cooperativa San Martino: “Fattori che nulla hanno a che vedere con noi”

Una smentita “netta e immediata” quella con cui la Cooperativa San Martino risponde alle dichiarazioni del suo socio lavoratore Aradori che, su un quotidiano locale di mercoledì 23, lamentava le difficoltà per aver ricevuto dalla Cooperativa una retribuzione di soli 600 euro nei mesi di ottobre e novembre, attribuendo questa somma così bassa alla mancata fruizione dell’integrazione di indennità di malattia.

La smentita di Cooperativa San Martino

“Senza entrare nel merito di situazioni di singoli lavoratori, quello che non è stato né detto né scritto – spiegano dalla Cooperativa – è che l’importo netto di una busta paga dipende da moltissimi fattori che nulla hanno a che vedere con noi poiché del tutto estranei al rapporto di lavoro in quanto tale. E’ il caso ad esempio di eventuali trattenute per cessioni di credito, per prestiti, pignoramenti – anche dovuti a cause per alimenti – che la Cooperativa, esattamente come tutti i datori di lavoro, è tenuta ad applicare a norma di legge e che arrivano in alcuni casi a importi anche significativi di 800/900 euro al mese. La retribuzione viene sempre corrisposta a norma di legge ma sono questi aspetti a poter determinare riduzioni anche notevoli”.

E’ quindi determinata non solo a fare chiarezza, la Cooperativa San Martino, ma anche a difendere il proprio operato da dichiarazioni che “inducono i lettori a mettere in dubbio il nostro corretto operato, e che risultano denigratorie del nostro buon nome”, riservandosi “ogni azione a tutela della nostra immagine e del nostro buon operato”.

Una replica che non risparmia anche i sindacati: “Stupisce – si legge nella nota diffusa dalla Cooperativa San Martino – dover leggere che anche le organizzazioni sindacali stipulanti gli accordi di secondo livello, nell’esprimere una loro sostanziale “Indignazione” di fronte a dati retributivi così modesti ed apparentemente riconducibili al nostro operato, sembrano ignorare questi dati di fatto e di diritto, strumentalizzando una conseguenza che non può essere certo imputata alla cooperativa”.

“Ci permettiamo inoltre di ricordare – conclude San Martino – la nota che avevamo già diffuso lo scorso febbraio in cui sottolineavamo che già nel 2013 la nostra Cooperativa aveva sottoscritto con le organizzazioni sindacali territoriali Filt Cgil, Fit Cisl e Uil Trasporti un primo accordo migliorativo di secondo livello, rispetto a quanto previsto dal contratto nazionale, sul tema malattia e infortunio e che nel corso degli anni sono stati sottoscritti ulteriori accordi migliorativi, l’ultimo ad ottobre 2020 e avente scadenza nel 2023 e peraltro sottoscritta di suo pugno dallo stesso socio, sig. Aradori, in qualità di delegato sindacale”.

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