Attualità

Alla Cattolica costruttori di futuro, la sfida della Pubblica amministrazione passa (anche) dai banchi dell’università

Con la fiducia in Senato del 7 maggio scorso, è arrivato il via libera definitivo al Dl P.A., il provvedimento che disciplina reclutamento e funzionalità delle pubbliche amministrazioni, che mira da un lato ad attrarre nuove generazioni verso il settore pubblico e dall’altro a dotare le amministrazioni di competenze tecniche qualificate. 

Un cambiamento su cui la Facoltà di Economia e Giurisprudenza della Cattolica ha fatto lavorare i propri studenti, i cui lavori finali sono stati presentati ad un nutrito panel di dirigenti della pubblica amministrazione riuniti all’evento “Employer Branding: il lavoro pubblico visto dai giovani” promosso dalla professoressa Elena Zuffada, docente di Management delle Amministrazioni Pubbliche.

Attraverso un’attività laboratoriale Zuffada ha stimolato gli studenti con una forma di apprendimento innovativa, chiamandoli a intervistare 42 dirigenti della PA per comprendere a fondo le specificità delle varie figure professionali e delle reali prospettive di sviluppo dei dipendenti pubblici «sulla base delle conoscenze acquisite, gli studenti hanno proposto azioni di comunicazione in grado di accrescere l’attrattività del lavoro pubblico per le giovani generazioni, svolgendo un lavoro eccellente, apprezzatissimo da tutti i presenti». 

«Un dialogo aperto tra istituzioni, esperti e futuri professionisti è necessario per uscire dalla visione spesso distorta del lavoro pubblico e per confutare alcuni pregiudizi e stereotipi» ha puntualizzato il direttore di sede Angelo Manfredini all’apertura dei lavori.

Del resto, come ricordato dal Sindaco di Piacenza Katia Tarasconi: «La Pubblica Amministrazione vi offre opportunità di crescita molto interessanti, se avete voglia di mettervi in gioco; qui potete incidere sul futuro della vostra città e dar vita al cambiamento». 

«Ci troviamo in una fase cruciale di ricambio generazionale» ha confermato Francesco Cerisano giornalista di Italia Oggi, che ha moderato la tavola rotonda: «Si stima che nel prossimo futuro si avranno circa 25.000 uscite di dipendenti dalla PA ogni anno e, a fronte delle sfide dei moderni sistemi socio-economici, occorre ragionare sulle skills necessarie per i nuovi ingressi». 

La complessità da affrontare nella gestione della cosa pubblica richiede, secondo Michele Bertola, DG del Comune di Monza: «persone in grado di leggere il contesto, decodificare i bisogni di una comunità, progettare soluzioni innovative e valorizzare tutti gli attori presenti sul territorio, insomma qualcuno che aiuti ad allargare lo sguardo».

Luci e ombre del lavoro nella PA sono note, come ha ricordato la professoressa Zuffada: «L’età media dei dipendenti pubblici si aggira intorno ai 52 anni e le competenze espresse non sempre sono sufficientemente specializzate: si è visto in occasione della messa a terra dei progetti del PNRR». C’è poi la grande sfida dell’AI, da cui non ci si può sottrarre anche se, secondo Zuffada «non c’è intelligenza artificiale che possa sostituire la capacità decisionale dell’uomo: il capitale umano è centrale e noi, come università chiamata a formare i futuri professionisti, anche per la PA, non ci sottraiamo a questa sfida». 

«Il ruolo dei manager pubblici» ha sostenuto il Direttore del Comune di Piacenza Luca Canessa «è fondamentale per la definizione e l’attuazione di politiche del personale in grado di valorizzare e motivare i dipendenti, tenuto conto delle condizioni contrattuali in essere». Secondo Francesco Frieri, Direttore generale Risorse umane Regione Emilia-Romagna, «una proposta di valore interessante per le giovani generazioni deve contemplare l’attenzione al welfare aziendale, all’inclusione e al diversity management, alle possibilità di carriera e di sviluppo professionale, a modelli organizzativi flessibili». 

Dalla tavola rotonda è inoltre emersa l’importanza dell’immagine e della reputazione della PA quale leva per l’attrattività di talenti e il conseguente ruolo dei media nella costruzione di una narrazione positiva al riguardo. «Certamente – ha concluso la professoressa Zuffada –, ad oggi la PA non è la prima scelta per i laureati di facoltà ad elevata occupabilità come quelle economiche, collocate in aree geografiche ad alta densità imprenditoriale e con numerose possibilità di lavoro». Per questo occorre far conoscere più direttamente i punti di forza del lavoro pubblico e costruire percorsi di formazione-lavoro e di apprendistato, come quello posto in essere grazie alla collaborazione tra Università Cattolica e Comune di Piacenza.

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