Si è tenuta, presieduta dal Prefetto, una riunione in videoconferenza della IV Sezione “Servizi alla Persona e alla comunità” della Conferenza Permanente per l’approfondimento della tematica del disagio giovanile.
La riunione ha costituito l’occasione per una prima analisi delle segnalazioni provenienti dai Sindaci del territorio sulla tematica del disagio giovanile, acuito dagli effetti della pandemia in corso, origine anche di episodi di intemperanza che hanno visto protagonisti gruppi di giovani, nonché per una verifica delle iniziative già poste in essere.
Al riguardo, lo scorso 19 febbraio la Prefettura ha sottoscritto il protocollo relativo al progetto “#eorastudio”, stilato dalla Diocesi di Piacenza – Bobbio che vede il coinvolgimento della Provincia di Piacenza e della Fondazione di Piacenza e Vigevano, cui farà seguito prossimamente il rinnovo del “Protocollo per il Disagio giovanile”, volto alla creazione di un modello operativo e innovativo di dialogo intergenerazionale ed interistituzionale per la prevenzione strutturale del disagio giovanile, che coinvolgerà Provincia, Comune, Ufficio Scolastico Provinciale, Consulta provinciale degli studenti, Ausl e le associazioni dei genitori.
A tali iniziative si è aggiunta anche quella per il dialogo interreligioso che, attraverso le rappresentanti delle varie comunità religiose e la Consulta provinciale degli studenti mira, tra l’altro, a favorire il dialogo con le famiglie provenienti da differenti contesti culturali e territoriali.
Nel corso dei lavori del tavolo odierno, tutte le componenti hanno convenuto circa la necessità di coinvolgere nelle iniziative adottate e in quelle in via di adozione, non solo i ragazzi ma anche le rispettive famiglie, utilizzando quali canali privilegiati di sensibilizzazione la realtà delle scuole, delle parrocchie e delle associazioni anche sportive, nonché di continuare a svolgere una attività di analisi e di ascolto per meglio intercettare le cause del disagio e individuare insieme le azioni più efficaci per corrispondere all’esigenza di socialità.
Si è registrata, altresì, la convergenza circa l’opportunità di promuovere i predetti progetti attraverso campagne comunicative sui social più utilizzati dal mondo giovanile (Facebook, Instagram, TikTok) in modo da garantirne una più capillare conoscenza da parte dei diretti interessati, con il coinvolgimento diretto delle scuole, nella loro autonomia, cui va il ringraziamento per l’attività svolta anche con la didattica a distanza.
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