“Io ho una vita complicata che gira intorno a una parola, il racconto. Raccontare: l’ho fatto tantissimo nel cinema, lo faccio facendo il giornalista da tantissimi anni e da molti anni faccio lo scrittore”. Enrico Vanzina ha aperto il Festival del Cinema in Pellicola al PalabancaEventi di via Mazzini.
Oltre a essere uno dei più affermati e brillanti sceneggiatori del cinema italiano, da alcuni anni Enrico Vanzina ha avviato una parallela carriera di scrittore, con una particolare predilezione per il giallo, genere che ha toccato anche nella sua carriera cinematografica (Sotto il vestito niente). Nel suo ultimo romanzo, Il cadavere del Canal Grande, cala il mistero attorno alla sparizione di alcuni gemelli nella Venezia del Settecento, dove aleggia l’ombra sinistra di Giacomo Casanova, evaso dai Piombi, il Palazzo Ducale.
“Questo è un romanzo complesso che si può leggere a diversi livelli. E’ un romanzo storico, nato da una grande ricerca storica. Ma è anche un romanzo per divertire: il sogno di qualsiasi scrittore di gialli è che il proprio libro venga letto senza interruzioni, in quattro o cinque ore. Ma all’interno c’è anche una riflessione seria su come l’arte rappresenta la realtà, il rapporto tra arte e realtà, quindi è un romanzo complesso ma leggero”.
Parlando di cinema. Si diceva che il cinema nasce per essere gustato in sala e non sulle moderne piattaforme come avviene oggi. Quanto manca di quel cinema?
“Il cinema affronta ogni due o tre decenni delle grandi sfide tecnologiche. La tecnologia va avanti e mette a repentaglio la sua identità. Questo è accaduto quando è nata la televisione, quando sono nati i primi videoregistratori: in queste occasioni si cominciava a vedere il film in casa. Poi sono arrivati i telefonini, il web e le piattaforme. Attualmente il cinema vive un momento molto complicato, deve adattarsi a tutto questo. Ma quel magico momento del rito della sala (perché il cinema è nato per quello, non è nato per stare sul divano) penso che alla fine ritroverà forza e darà di nuovo al cinema quella centralità che sta perdendo, soprattutto il cinema italiano”.
Venerdì 13, ospite d’onore sarà Yassmin Pucci, una coraggiosa attrice italo-persiana, che presenterà il suo nuovo progetto, Non chiamatemi Principessa, un romanzo sulla storia della sua famiglia. Protagoniste tre generazioni di donne il cui destino è indissolubilmente legato alle dolorose vicende dello Scià di Persia, fratello della nonna di Yassmin.
Lei da anni si batte per i diritti delle donne, in particolare quelle del suo paese d’origine: “Femminicidio e diritti delle donne sono temi che mi toccano profondamente. Nel cinema e nello spettacolo, fortunatamente, la situazione sta migliorando e sempre più donne si conquistano con merito i loro spazi. Nel mondo c’è ancora molto da fare però. Sono di origine iraniana – conclude Yassmin Pucci – e non posso non pensare alle ragazze, mogli e madri che vivono là, dove si è tornati al medioevo dal punto di vista dei diritti umani. Il cinema in questo senso può fare molto con la sua capacità di denuncia. Abbiamo una grande responsabilità, possiamo e dobbiamo raccontare anche queste delicate realtà”.
Compilando i campi seguenti potrai ricevere le notizie direttamente sulla tua mail. Per garantire che tu riceva solo le informazioni più rilevanti, ti chiediamo gentilmente di mantenere aggiornati i tuoi dati.
Un pomeriggio di arte, musica e parole per riflettere insieme su un tema che ancora…
Sabato alle 14.30 i Lyons concluderanno il loro percorso in Coppa Italia con l’ultima sfida…
Filcams CGIL, Fisascat CISL e Uiltrasporti Regionali, esprimono forte preoccupazione per la situazione economica delle…
“Il bilancio 2026 della Regione è una manovra espansiva. Nonostante il taglio dello Stato, nessun…
Sabato 22 novembre alle ore 18 la squadra giallobiancoblù affronterà Cesena con l’obbligo di vincere…
Segui Terre di Castelli-Fiorenzuola domenica, dalle 14:30, con gli aggiornamenti LIVE su RADIOSOUND! Il Fiorenzuola…