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Eparina contro il Covid, un anno fa la scoperta: “Ora una pubblicazione internazionale”. Il dottor Stabile contattato dall’ambasciatore in Paraguay – AUDIO

Un anno fa ebbe una grande intuizione: utilizzare l’eparina per i malati di coronavirus. Parliamo di Marco Stabile, primario di Chirurgia Plastica dell’ospedale di Castel San Giovanni.

Un tema di cui ancora oggi si parla poco?

Sì, diciamo che essendo un farmaco secondario ha poco impatto sui canali mediatici però ha avuto un ruolo primario nella cura del Covid e noi abbiamo avuto la dimostrazione pratica, riducendo la mortalità dei pazienti. Si tratta di un farmaco che da sempre si usa come anticoagulante, anche semplicemente nei pazienti allettati. Quindi un farmaco molto conosciuto. L’eparina aiuta a guarire dal Covid ed evita le complicanze mortali. A marzo in provincia di Piacenza i decessi erano numerosissimi e Castel San Giovanni è stato il primo Covid hospital in Europa: eravamo in prima linea e non sapevamo dove sbattere la testa, le persone morivano e non sapevamo cosa fare. Da quando abbiamo iniziato a usare l’eparina molte persone hanno iniziato a sopravvivere”.

Visti i risultati avete inviato qualche giorno fa il lavoro scientifico a una rivista internazionale proprio per la validazione?

Abbiamo fatto un’analisi statistica seria coinvolgendo anche un professore dell’Università Cattolica e altri docenti. Obiettivo avere una validazione scientifica sui numeri, per certificare i risultati ottenuti dall’eparina. I risultati sono stati comprovati e ora attendiamo la pubblicazione su una rivista internnazionale, il sigillo.

I suoi colleghi l’hanno ribattezzata “Mister Eparina”?

Io compio gli anni il 23 aprile e in quel periodo eravamo murati in ospedale da due mesi: non andavamo a casa e quindi abbiamo festeggiato il mio compleanno tra noi, proprio in ospedale. I miei colleghi mi hanno presentato a sorpresa una torta con la scritta “Mister Eparina”.

Oggi è la Giornata dedicata alle vittime del Covid.

Purtroppo mi risveglia sentimenti tristi, li abbiamo avuti anche qui ed è dura, è dura….

La voce, dopo un anno, viene rotta dalla commozione.

Il dottor Stabile è stato contattato dall’ambasciatore italiano del Paraguay che ha chiesto al luminare di fornire il proprio contributo, perché in Sud America la situazione è molto grave.

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