In consiglio comunale i toni rimangono alti dopo quanto accaduto durante il corteo per la Palestina di venerdì scorso. Carlo Pallavicini, attivista del sindacato Si Cobas, aveva incalzato Sara Soresi, consigliere di Fratelli d’Italia, accusandola di voler togliere la bandiera palestinese. Pallavicini aveva dichiarato al megafono: “Se uno vuole togliere oggi, di fronte a questa manifestazione, la bandiera della Palestina c’è un solo motivo: è un fascista e gli piace ammazzare i bambini”. Accanto a Pallavicini, durante la pronuncia di quelle parole, era presente l’assessore Serena Groppelli.
L’amministrazione comunale ha dichiarato che Groppelli ha preso le distanze da quelle parole. Ma in consiglio comunale il collega di partito di Soresi, Nicola Domeneghetti, ha chiesto le dimissioni di Groppelli.
La richiesta di Domeneghetti, infatti, non si riferisce alla vicinanza fisica di Groppelli a Pallavicini al momento di quelle affermazioni. Il riferimento è al fatto che Groppelli avrebbe rivelato a Pallavicini il motivo per cui Soresi e Domeneghetti erano in Comune, cioè per un incontro riservato col sindaco Tarasconi, proprio in merito alla rimozione della bandiera palestinese dal Comune.
“Sara Soresi era in Comune per altre vicende e mi ha accompagnato a chiedere spiegazioni al sindaco sull’esposizione della bandiera palestinese da una finestra del Comune. Questo in presenza degli assessori Groppelli e Fantini. Sara Soresi si è limitata ad ascoltare. Dopo il rifiuto del sindaco a ritirare la bandiera ce ne siamo tornati alle nostre attività professionali. Ecco pochi minuti dopo sul palco dei manifestanti è comparso l’assessore Groppelli di fianco all’urlatore seriale (Pallavicini ndr). L’assessore Groppelli che era presente alla conversazione che avevo tenuto con il sindaco in presenza anche dell’assessore Fantini. Due indizi magari non fanno una prova però io non credo alle coincidenze. Ecco, quindi, come i manifestanti sono venuti a conoscenza delle proteste mie e di Sara Soresi che in realtà protestato non ha perché mi ha solo accompagnato”.
“Secondo me non è giustificabile innanzitutto l’indifferenza dell’assessore Groppelli mentre il violento oratore aizzava i manifestanti in piazza Cavalli contro un consigliere comunale e non è tollerabile nemmeno la l’infamia di rivelare una conversazione istituzionale delicata e che doveva rimanere riservata perché guardate: rivelarla a dei manifestanti poteva davvero causare problemi ben più gravi di quelli che in realtà poi sono accaduti. Ecco questi sono comportamenti gravissimi che rendono inadeguato un assessore e che quindi dovrebbero invitare l’assessore Groppelli ad una riflessione sul suo senso di responsabilità e magari fare un passo indietro. Mi domando cosa deve fare un assessore di più grave per dimettersi”.
Boris Infantino (Pd) ha preso le difese di Groppelli, rimarcando l’atteggiamento corretto di Groppelli.
“La consigliera Soresi, nel giorno in cui la città di Piacenza manifesta per chiedere la cessazione dello stermino dei palestinesi, si unisce alla manifestazione ma non per chiedere che vengano cessate le uccisioni di civili. Con un cinismo e un provincialismo estremi cerca di avere qualche minuto di notorietà mettendosi a provocare i partecipanti finché qualcuno, sbagliando, non le risponde con lo stesso tono che lei è solita usare con gli avversari politici. Dopodiché dimenticando che la propria azione politica è costantemente improntata alla violenza verbale lamenta di essere stata destinataria di una serie di contumelie”.
“Questo siparietto però non può e non deve oscurare la risposta che la città ha dato in modo compatto contro il genocidio dei palestinesi: una risposta pacifica come pacifica è stata l’azione della flottiglia che ha disvelato gli atti di pirateria dell’esercito israeliano. Vorrei a questo punto sottolineare le parole e l’atteggiamento dell’assessore Groppelli che in quell’occasione immediatamente ha preso le distanze da chi adoperava termini inaccettabili contro una consigliera comunale scusandosi addirittura a nome della piazza”.
Secondo Patrizia Barbieri, invece, Groppelli sarebbe salita proprio mentre Pallavicini pronunciava quelle parole.
“Io ho visto l’assessore Groppelli che è salita sul camioncino, il palco, nel momento in cui Sara Soresi veniva pesantemente insultata. Era proprio la frase in cui la si definiva fascista ma soprattutto si diceva che lei fosse complice della morte dei bambini. Eh ma uno non doveva mica salire, oppure sale e prende il microfono e dice ‘no signori calma tutti’, oppure aspetta a salire. Perché non si deve mettere di fianco a uno che sta insultando così. Assessore, non ho mai fatto un mistero, glielo dico anche in questo contesto indipendentemente da quello che è stato anche questo episodio: le dico che io in tre anni l’ho vista solo in questo tipo di manifestazioni, come assessore non l’ho mai vista”.
Al termine del dibattito ha preso la parola l’assessore Serena Groppelli.
“Io credo di essere una persona che i toni non li ha mai alzati e non ama alzarli e non ama i toni alti, in tutta sincerità. Ero in piazza ed ero non sul palco quando è successo il fatto credo più grave di tutti, cioè i gesti e le aggressioni molto forti che ho sentito da distante. Precedentemente ero sul palco per prendere, semplicemente per dare un contributo alla discussione”.
“Nel momento in cui ho sentito gridare, ho sentito gridare più persone, compreso chi era sul palco, che ha peraltro interrotto un intervento molto bello di una studentessa che stava portando credo un contributo molto molto alto”.
“Nel momento in cui ho sentito gridare alla piazza a fare dei gesti, in quel momento io ero sotto la statua di San Francesco, subito dopo sono salita sul palco, ricordando alla piazza, che una piazza che predica la pace non accetta provocazioni, e chiedendo scusa a nome di tutti, le parole testuali erano chiedo scusa io a nome di tutti. Non esiste un video? Non lo so, c’erano molte persone in piazza, l’ho fatto, ne sono assolutamente certa perché fino a parola contraria non ho malattie che mi cancellano la memoria. Lo rifarei, lo rifarei perché io credo nelle istituzioni e credo che l’eccesso di toni meriti una scusa”.
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