Nella giornata di sabato 26 aprile si è svolta, presso l’Hotel Euro di via Colombo, la conferenza di presentazione del libro “Le vite delle donne contano” di Francesca Totolo, alla presenza dell’autrice del libro, del consigliere comunale e avvocato Sara Soresi e di Alessandra Verni, madre di Pamela Mastropietro. La conferenza è stata moderata da Manuel Radaelli, che alla fine della presentazione ha tenuto a precisare in maniera netta la sua posizione riguardo le polemiche sull’iniziale concessione della sala comunale di via Musso, con attacchi diretti alla Giunta.
Totolo, Soresi e Radaelli, in una dichiarazione congiunta, esprimono profonda soddisfazione per il successo dell’evento, in una sala stracolma, che ha visto la partecipazione di oltre cinquanta persone: “Nonostante i tentativi di boicottaggio e di impedirci di dare voce alle vittime dell’immigrazione incontrollata, siamo riusciti comunque a presentare il volume alla presenza di un pubblico attento e partecipe. Sicuramente il comportamento incomprensibile da parte dell’Amministrazione ha creato alcune difficoltà, tuttavia con determinazione abbiamo dato modo ai piacentini di ascoltare una testimonianza diretta, come quella di Alessandra Verni, che ci ha emozionato col ricordo della figlia Pamela.”
“Abbiamo analizzato – continuano Totolo, Soresi e Radaelli – la correlazione tra immigrazione e aumento delle violenze nei confronti delle donne in Italia e in Europa, andando a ricordare vittime dimenticate e taciute dalla stampa italiana e internazionale. Inoltre, abbiamo evidenziato come anche a Piacenza il problema della criminalità stia diventando un grave peso per i cittadini piacentini, preoccupati da questa ondata di violenza da parte di immigrati e italiani di seconda generazione.”
“Quanto alla Giunta – chiudono i relatori – ribadiamo la nostra profonda indignazione per il comportamento insensato, causando grave imbarazzo per la città di Piacenza, di fronte soprattutto a una testimone diretta di ciò che abbiamo trattato nella conferenza. Quanto meno, sarebbe stato gradita almeno la presenza di un rappresentante dell’Amministrazione.”
La violenza sessuale e il femminicidio sono opera di chi non accetta la libertà delle donne. La nazionalità dell’autore non c’entra niente.
Con riferimento alla presentazione del libro di Francesca Totolo avvenuta ieri nella nostra città, la Conferenza Donne Democratiche, il Partito Democratico e i Giovani Democratici di Piacenza vogliono chiarire quanto segue.
Nel nostro Paese, in modo ricorrente, 150 donne ogni anno vengono uccise da uomini perché sono donne; l’85% degli omicidi maturano in ambito familiare o all’interno di relazioni sentimentali malate; situazione simile si registra per i cosiddetti “reati spia” come stalking o molestie ed anche in questo caso i colpevoli sono soprattutto italiani adulti (82%).
Per chiarezza e amor del vero, è necessario evidenziare che, mentre quasi la metà dei femminicidi con vittime straniere sono commessi da italiani, le vittime di femminicidio italiane sono state uccise da stranieri nel 4% dei casi sul totale.
Pensiamo che puntare il dito sulla nazionalità degli assassini sia fuorviante sulla realtà delle cose, ossia che tutti i reati sessuali sono figli di un modello che non accetta la libertà di autodeterminazione delle donne. Un modello che domina in tante culture, pervade la nostra società e plasma la mentalità anche dei più giovani, come dimostra la cronaca.
La consapevolezza di ciò ci sollecita a muovere una forte azione politica nella direzione dello smantellamento delle dinamiche di potere proprie della cultura patriarcale, affrontando i problemi sociali, economici e culturali che tutt’ora la alimentano.
Lascia basiti come l’autrice del volume scelga di interpretare il fenomeno della violenza sulle donne in chiave razzista, lasciando così intendere che il problema sia legato al fenomeno dell’immigrazione che notoriamente il suo Governo, anche per bocca dei Ministri di Giustizia ed Istruzione, individua come causa dei mali del Paese.
Purtroppo questa lettura assolve implicitamente gli italiani e la cultura occidentale, alimenta il razzismo e l’odio verso gli immigrati e distoglie dal percorso politico necessario che è quello di ridurre le vittime. E mentre il razzismo arma gli squilibrati che si sentono legittimati a farsi giustizia da sé, il patriarcato continua ad armare gli uomini di tutte le culture, posizioni sociali e colore della pelle contro le donne.
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