“Per lui c’era sempre qualcosa da imparare e da scoprire”, l’omaggio della Banca di Piacenza a Ferdinando Arisi

E’ stata scoperta ieri (martedì 16 novembre) la lapide marmorea commemorativa dedicata al prof. Ferdinando Arisi e apposta sulla facciata della sua abitazione di viale Beverora (“In questa casa – vi si legge – visse e con passione studiò Ferdinando Arisi, 1920-2013. Insigne storico dell’arte, esemplarmente si impegnò a favore dell’Istituto Gazzola, del Museo civico, della Galleria d’arte Ricci Oddi”). Un’iniziativa voluta dall’Istituto di credito di via Mazzini e condivisa dal Comune. Lo scoprimento della targa è stato preceduto da una breve cerimonia introdotta da Robert Gionelli, che ne ha sottolineato l’opera di rivalutazione di tanti pittori piacentini, Panini e Landi in particolare.

Un concetto ripreso dal presidente esecutivo della Banca di Piacenza Corrado Sforza Fogliani: «Arisi – ha osservato – è veramente stato “lo” storico dell’arte di Piacenza. Quello che ha dato in termini di valorizzazione dei vari artisti locali è qualcosa di grandioso. Prima che ne scrivesse lui, i piacentini neanche sapevano chi fosse Gianpaolo Panini. E’ stato poi lo stesso studioso che ha rivalutato Gaspare Landi con la grande mostra organizzata dalla Banca, che ad Arisi deve tanto: fu l’anima delle nostre manifestazioni culturali e l’ispiratore delle mostre allestite a Palazzo Galli, dove in ogni stanza si respira l’aria del prof. Ferdinando. Fu lui a decidere a chi intitolare le varie sale e fu sempre lui a scoprire che uno dei due affreschi di Sala Panini era di Ghisolfi, l’artista che ha insegnato proprio al Panini l’arte pittorica. La Banca gli sarà sempre riconoscente e proprio all’interno di Palazzo Galli gli ha dedicato un museo, lo Spazio Arisi. Chi ha avuto la fortuna di frequentarlo e di leggere i suoi scritti – ha concluso il presidente Sforza – ha potuto apprendere che c’è sempre qualcosa da imparare e da scoprire e che non bisogna mai stancarsi di studiare e lavorare».

Il prof. Alessandro Malinverni, allievo di Arisi e continuatore della sua opera di conservatore del Museo Gazzola, ha tracciato una biografia del suo maestro sottolineando come «non ci sia stata istituzione culturale piacentina che non abbia avuto il contributo di Arisi per essere valorizzata» e ricordando i 63 anni d’insegnamento all’Istituto Gazzola. Il vicesindaco Elena Baio ha invece posto l’accento su tre qualità dello storico dell’arte: «La competenza, la grinta e la passione».

Le figlie Elena e Raffaella – presenti, fra numerose altre persone e amici, anche i Consiglieri e i Sindaci della Banca, il presidente del Cda Giuseppe Nenna ed il direttore generale Angelo Antoniazzi – hanno quindi scoperto la lapide riconoscendosi pienamente in quanto è stato scritto e ringraziando la Banca e il Comune per aver ricordato il loro papà.

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