Proseguono le indagini dei carabinieri per chiarire i contorni della tragica vicenda che ha portato al rinvenimento del feto senza vita all’interno di un cestino della spazzatura nei bagni del pronto soccorso di Piacenza. A ritrovare il feto che, come detto, sarebbe di genere maschile ed etnia caucasica, è stata una donna delle pulizie, insospettita da un sacchetto “troppo pesante” e da alcune tracce di sangue.
Subito dopo il ritrovamento, i medici hanno tentato il tutto per tutto, cercando di capire se il corpicino avesse ancora segni vitali. Constatato il decesso, il testimone è passato ai carabinieri che hanno avviato le indagini. Indagini che hanno immediatamente imboccato tre strade: le analisi sul sangue ritrovato, l’analisi delle telecamere e l’autopsia.
L’autopsia deve ancora essere effettuata, mentre le prime informazioni potrebbero giungere proprio dall’analisi della videosorveglianza che potrebbe aver catturato movimenti “sospetti”.
Altre informazioni potrebbero giungere dall’elenco delle persone che hanno avuto accesso al triage. Resta da capire cosa sia accaduto all’interno del bagno: qualcuno è entrato al pronto soccorso con il macabro sacchetto che poi ha gettato nella spazzatura, oppure si parla di una donna che ha partorito all’interno del bagno?
Questa seconda ipotesi trova alcuni ostacoli: in primis l’assenza di tracce di liquidi biologici nella toilette. Chi è la donna che ha partorito? Quando e dove lo ha fatto? Capire cosa sia accaduto nel dettaglio indirizzerebbe anche l’iter giudiziario: se la donna avesse partorito il feto vivo il quadro accusatorio sarebbe ovviamente molto grave.
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