Il Fondo Amanda Castello è una raccolta di documenti di storie di vita e di persone reali che si sono trovate a combattere per la democrazia nei paesi dell’America Latina dalla fine degli anni 60 fino agli anni 90. La raccolta riguarda l’impegno personale di Amanda Castello e di alcune persone incontrate dalla donna, molte delle quali sono morte per la loro attività. Lo scorso 9 giugno è stata ufficializzata la presa in carico di tutto il materiale per ricatalogarlo e renderlo fruibile da parte della Fondazione Basso di Roma.
“Sì, assolutamente, una casa, una protezione e anche diciamo – racconta Amanda Castello – un po’ di coccole da parte della Fondazione Basso.
“Questa è storia dell’America Latina che va dalla fine degli anni 60, agli anni 90, non soltanto la mia storia ma di tantissime persone che si sono impegnate nella lotta per la democrazia contro le dittature militari e civili in America Latina, in quell’epoca. Sono stati momenti terribili dove degli uomini e delle donne, anche a volte senza neanche una preparazione politica o altro, si sono ribellati ai soprusi e hanno pagato in molti con la vita, la tortura, l’esecuzione oppure fatti sparire. Il fenomeno dei desaparecidos che qui conosciamo bene per la storia dell’Argentina.
“Il Fondo è diviso in due sezione, in uno c’è il mio lavoro di attivista dei diritti umani in America Latina. Ho partecipato a tante conferenze internazionali, al Tribunale di Russell sui crimini delle dittature in America Latina e tante altre iniziative, ho raccolto tantissimo materiale, pamphlet, manifesti, scritti, testimonianze e poi la seconda parte, composta dagli archivi personali dei tanti latino americani che dopo la fine ufficiale delle dittature, dopo le leggi di amnistia, tornavano nei loro rispettivi paesi: Argentina, Brasile, Uruguay, Cile, ma non erano ben sicuri di quello che avrebbero trovato tornando in patria e non volevano che si perdesse tutto questo archivio personale di fotografie, di lotta, di famiglia, lettere di amici, di persone scomparse o fatte scomparire e quindi mi hanno affidato questo materiale chiedendomi di conservarlo in caso fosse loro successo qualcosa”.
“Mi sono sentita come la depositaria, la guardiana di una importante memoria storica. Avevo bisogno di ufficializzarla con il messaggio che porta con se, ho così contattato la Fondazione Leo Basso a Roma. Avevo conosciuto il Senatore Leo Basso tanti anni fa quando abbiamo lavorato insieme nella solidarietà per l’America Latina”.
“Il materiale che si trova lì in gran parte è stato anche micro filmata, è stato archiviato dall’archivista ufficiale Simona Luciani, un’ artista. Lei ha archiviato sia il mio fondo ma anche quello di Ingrao, di Gianni Minà, di tantissime personalità. Il materiale è a disposizione ufficiale degli storici, dei ricercatori, di studenti, di qualsiasi persona che si interessa di questa parte della vita dell’America Latina e che ha bisogno per le sue ricerche di consultare documenti che sono introvabili”.
“Si l’idea è di cancellarla, per esempio la storia dell’Argentina dove il presidente attuale Millei pretende di cancellare e riscrivere quella pagina dell’Argentina. Per esempio, ha definito le nonne e le mamme di Plaza de Mayo delle rimbambite, donne che hanno lottato tutta la loro vita e continuano, per ritrovare i loro cari fatti scomparire dalla dittatura di quel paese. Non lo ha detto usando questi termini. Cercando di ricostruire la storia vuole ridare anche un ruolo ad alcuni capi militari che sono attualmente imprigionati dopo che il tribunale si era pronunciato contro questi personaggi squallidi, per fortuna che questo materiale è rimasto in Europa,in Italia a Roma”.
Le informazioni per la consultazione del Fondo Amanda Castello possono essere richieste alla Fondazione Bassso di Roma in viale Dogana Vecchia 5 o sul sito
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