Fusione tra i comuni di Caminata, Nibbiano e Pecorara: si va al referendum

Passa ai cittadini la parola sulla fusione dei Comuni piacentini di Caminata, Nibbiano e Pecorara. L’Assemblea legislativa ha approvato all’unanimità la delibera di indizione del referendum consultivo delle popolazioni residenti, chiamate ad esprimersi in favore o contro l’istituzione di un nuovo Comune unico al posto dei tre attuali. La consultazione dovrebbe tenersi presumibilmente tra fine maggio e inizio giugno prossimi. Nell’occasione ai votanti sarà sottoposta anche una seconda scheda per scegliere il nome del nuovo Comune, tra una rosa di dieci proposte: Penica, Penica Val Tidone, Alta Val Tidone, Altavaltidone, Corte Val Tidone, Valtidone Alta, Monte Aldone, Montaldone, Rio Molato, Chiusa Val Tidone. Nel frattempo rimane in sospeso il progetto di legge per la fusione, predisposto dalla Giunta regionale su richiesta dei tre Consigli comunali. In caso di approvazione il provvedimento darebbe il via alla nuova realtà amministrativa a partire dal primo gennaio 2018. Caminata, Nibbiano e Pecorara sono attigui e si estendono su una superficie complessiva di 100,86 Kmq. Insieme raggiungono una popolazione di circa 3.160 residenti. Il Comune di nuova istituzione potrebbe contare su un contributo regionale di 107.225 euro all’anno per un decennio. Risorse che si aggiungerebbero ai contributi statali pari a 584.582 euro all’anno sempre per un decennio. “Con questa decisione, che segue di pochi mesi l’insuccesso di altre due fusioni nel piacentino, -ha precisato il relatore Gian Luigi Molinari (Pd)- intendiamo dare atto alla volontà dei sindaci di questi Comuni di proseguire nel nobile tentativo di intraprendere un nuovo percorso, nella ricerca di risposte ai problemi delle loro comunità. In vista del referendum -ha poi riferito– cercheremo di spiegare questo processo nel rispetto delle istanze territoriali e spogliandolo da qualunque intenzione partitica. Se la risposta dovesse essere negativa – ha concluso – si dovrà iniziare una riflessione più generale su questi percorsi”. “L’iniziativa – ha ribadito Tommaso Foti (Fdi-An), relatore di minoranza del progetto di legge – nasce da sindaci di diverso orientamento in un territorio come la Valtidone che non va trascurata. Una strada – ha precisato – scelta con il consenso pressoché unanime dei Consigli comunali. La determinazione messa in campo dai sindaci, nonostante il risultato negativo dei precedenti percorsi di fusione nel piacentino, merita che l’Assemblea legislativa dia la possibilità ai cittadini di pronunciarsi”. “Stiamo andando avanti con le fusioni perché il supporto a questi processi ci viene chiesto fortemente dalle amministrazioni locali. In questo senso – ha ribadito l’assessore al Bilancio, Emma Petitti, l’Assemblea legislativa potrà dare un utile aiuto a sostegno della comunità che hanno intrapreso questo percorso nello spiegare le ragioni di questo tipo di scelta”.

Radio Sound

 

Molinari (Pd): “Possibilità di rilancio delle comunità montane”

“Nonostante gli insuccessi precedenti, alcuni comuni del nostro territorio hanno inteso proseguire nel tentativo di fusione questa sarà la prova definitiva della possibilità o meno di far decollare nel piacentino questi progetti”. È il commento in aula del consigliere Pd Gian Luigi Molinari, nominato relatore del processo di fusione che vede coinvolti i comuni di Caminata, Nibbiano e Pecorara. L’Assemblea legislativa ha approvato all’unanimità la delibera per l’indizione al referendum consultivo che chiede alle popolazioni residenti di esprimersi sull’istituzione di un unico comune. La consultazione dovrebbe tenersi presumibilmente tra maggio e giugno e se sarà approvata dai cittadini sarà istituita entro il primo gennaio 2018.

“Rispettiamo lo spirito e la volontà dei Sindaci e dei consigli comunali, territori in estrema difficoltà in cui diventa difficile amministrare e a volte anche sviluppare progetti di vita per i propri figli e i propri familiari”. “Caminata, Nibbiano e Pecorara – ha ricordato Molinari – se uniti, avrebbero una superficie complessiva di 100,86 Kmq con una popolazione di circa 3.160 residenti”. “Cercheremo di spiegare questo processo – ha aggiunto il consigliere riferendosi all’iter del referendum – spogliandolo da qualunque intenzione partitica”.

Secondo Molinari se la risposta dovesse essere negativa si dovrà intraprendere una riflessione più ampia sulle fusioni e sui percorsi futuri. A questa fusione, lo ricordiamo, si applicheranno per la prima volta i nuovi criteri di quantificazione dei contributi e di valutazione dei risultati del referendum che, in sostanza, assegnano più potere decisionale ai cittadini dei territori interessati. In particolare il nuovo Comune unico dalla sua istituzione potrebbe beneficiare di un contributo regionale pari a 107mila euro per i primi 10 anni e di oltre 470mila euro annui di contributo statale per 10 anni. Per un totale complessivo nei prossimi 10 anni che potrebbe essere pari a 5,75 milioni di euro. Infine, nei dieci anni successivi alla sua costituzione, il nuovo Ente unico potrebbe avere priorità nei programmi e nei provvedimenti regionali che prevedono contributi a favore degli Enti locali.