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Garlasco e altri casi mediatici, l’avvocato piacentino Sarchi: “Sui social giudizi senza fondamento, attenzione alle querele” – AUDIO

Garlasco e altri casi mediatici, l’avvocato piacentino Sarchi:Social pieni di giudizi e spesso senza fondamento, attenzione alle querele per diffamazione”.  Negli ultimi mesi il caso Garlasco è tornato a far parlare l’opinione pubblico, tra narrazioni che esaltano la componente emotiva della piazza e informazioni di ogni tipo.

Il processo mediatico – commenta Stefano Sarchi a Radio Sound– è molto rischioso per l’imputato perché questo subisce una condanna in un giudizio popolare direttissimo, sommario e privo di prove sostanzialmente. Il problema è attuale, anzi eternamente attuale e irrisolvibile a mio avviso.

Con i giudizi sui social è cambiato tutto

Certo! Perché il giusto processo si svolge soltanto nelle aule di tribunali, e questo non viene più garantito nel momento in cui si affianca un processo pubblico che si basa non su prove, ma spesso su congetture, frammenti di prove, valutazioni sommarie. Ricordiamo che per giudicare un processo occorre avere a disposizione tutti gli elementi, tutte le prove, le sentenze e le decisioni. Anche nelle trasmissioni televisive spesso vengono invitati soggetti che si spacciano per esperti ma si sentono dire cose che assolutamente non hanno nessun fondamento, ma che il singolo utente le prende come verità.

Qual è il rischio principale?

Significa che la persona sottoposta a procedimento subisce già di per sé una pena, un pregiudizio gravissimo alla sua verità. Il problema è che questi super giudici popolari, chiamiamoli così, oltre a giudicare senza un minimo di compiutezza, alla fine della vicenda non si preoccupano nemmeno di andare a vedere com’è finita. Magari oggi massacrano sui social un individuo, dopo due o tre anni questa persona viene prosciolta, ma questi utenti social non sono in grado di fare emenda, di scusarsi per un giudizio errato. 

I commenti sui social portano spesso a querele

Certo, questo è un fattore che viene sottostimato da tutti perché si presume che scrivere su Facebook la propria opinione, anche violenta, sia sempre consentito, ma in realtà non è così. I processi per diffamazione a mezzo social sono numerosissimi. È capitato molto spesso anche a Piacenza e spesso ci sono condanne che pesano sul bilancio economico. La critica può essere esercitata, ma con buon senso e toni misurati.

Garlasco e altri casi mediatici, AUDIO intervista all’avvocato Stefano Sarchi

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