La Giunta ha approvato nei giorni scorsi il rinnovo del Protocollo d’intesa tra Amministrazione comunale e Prefettura, per la legalità e la prevenzione dei tentativi di infiltrazione criminale nel settore degli appalti, concessione di lavori pubblici ed esecuzione di opere di urbanizzazione.
Il documento avrà validità quinquennale dalla sottoscrizione e riafferma – in continuità con l’omologo accordo siglato il 21 aprile 2020 tra le due istituzioni – la rigorosa attività di monitoraggio e controllo a tutela del rispetto delle normative, della trasparenza e di tutti gli adempimenti che le imprese devono garantire, anche in materia di sicurezza e regolarità retributiva dei lavoratori, per stipulare contratti con la pubblica amministrazione e ricevere l’affidamento di incarichi dal Comune di Piacenza.
Si confermano le soglie economiche oltre le quali gli uffici di Palazzo Mercanti dovranno richiedere, tramite la Banca Dati nazionale unica, l’informazione antimafia, facendo scattare la misura preventiva di possibili infiltrazioni criminali per tutti i contratti relativi a opere e lavori pubblici a partire dai 150 mila euro (a fronte dell’importo di 5 milioni di euro stabilito dal Codice antimafia), per tutti gli appalti di servizi e forniture superiori ai 100 mila euro – laddove la legge pone una base di 200 mila euro – e per tutti i subappalti e subcontratti che eccedano il valore di 50 mila euro, anche in questo caso al di sotto della soglia di 150 mila euro imposta dal Codice antimafia.
“Come già sancito dal Protocollo precedente – sottolinea la sindaca Katia Tarasconi – l’adozione di questi parametri, ben più stringenti di quanto previsto dalla normativa nazionale, è un rafforzamento del livello di attenzione e cautela contro il rischio, da cui nessun territorio può dirsi purtroppo immune, di illeciti legati alla diffusione tentacolare della criminalità organizzata, che trova forme sempre più sofisticate per aggirare la tracciabilità dei movimenti. Abbassare la soglia economica significa tenere in considerazione il valore medio della maggior parte degli affidamenti comunali, applicando gli strumenti di controllo a nostra disposizione a tutti gli ambiti di intervento dell’ente, proteggendo le risorse pubbliche da qualsiasi tentativo di infiltrazione mafiosa”.
I criteri economici più severi rispetto a quelli indicati dal Codice antimafia si riferiscono a tutte le attività che già non rientrino nei dieci settori soggetti alla cosiddetta White List, cui l’iscrizione è obbligatoria per le aziende operanti nelle aree considerate più soggette al pericolo di infiltrazione mafiosa: dai trasporti ai servizi ambientali, dalla ristorazione e gestione di mense all’estrazione e lavorazione di materie prime per l’edilizia. A questo proposito, il Protocollo impegna il Comune di Piacenza a inserire nei propri bandi e contratti l’apposita clausola che impone alle ditte di comprovare l’appartenenza all’elenco o l’avvenuta richiesta di registrazione.
Si ricorda inoltre, nell’accordo il cui schema è stato accolto dalla Giunta, l’obbligo per i Comuni di acquisire sempre – indipendentemente dall’aspetto economico – la documentazione antimafia dei soggetti privati assegnatari di lottizzazioni, così come per le opere di urbanizzazione primaria (strade residenziali, spazi di sosta, rete idrica o fognaria, distribuzione di energia elettrica e gas, pubblica illuminazione, verde attrezzato o cavi di telecomunicazione) il cui valore sia superiore a 20 mila euro.
“Ringrazio la Prefettura – rimarca la sindaca Tarasconi – con cui condividiamo quotidianamente, insieme a tutte le Forze dell’ordine, l’impegno a presidio della legalità, anche attraverso la diffusione di una fondamentale cultura del rispetto delle regole che in questo Protocollo trova fattiva attuazione, dando agli enti locali un punto di riferimento imprescindibile, che ci aiuti a tenere sempre alta la guardia”.
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