Il Tribunale dei Minori di Bologna ha condannato a diciassette anni di reclusione il ragazzo di sedici anni che era accusato di omicidio pluriaggravato per la morte di Aurora Tila.
Morena Corbellini, la mamma di Aurora, commenta con amara soddisfazione la sentenza.
“Ti dirò bene, anche se, come tutte le cose, avrei preferito i venti anni, ma essendo minore, e avendo rito abbreviato, ha preso i diciassette anni. Ma anche i diciassette anni, visto che ne ha sedici, penso che possa andarmi bene anche così. Anche se non mi andrà mai bene, perché mentre lui fra diciassette anni uscirà dal carcere, mia figlia invece è diventata cenere e cenere resterà tutta la vita”.
Ricordiamo che il sedicenne, quindicenne all’epoca dei fatti, si è sempre professato innocente. Infatti, la difesa ha già annunciato appello. Però adesso arriva una sentenza. E’ vero, ci saranno gli appelli, ci saranno le prossime udienze, ma diciassette anni parlano chiaro.
“Beh, parlano chiarissimo. Cioè, se sei un assassino è giusto che tu faccia 17 anni, anche di più. Ne fai 17 perché sei piccolo, sennò per me sarebbe giusto l’ergastolo. A vita proprio. Io sono una persona senza mezza misura: se tu hai ucciso, non vedo perché devi stare in vita, devi girare il mondo o rifarti una vita. Visto che sei stato capace di togliere la vita da una persona, che diritto hai di stare in giro e girare? Vivi in carcere finché non muori, basta“.
Ecco, poi adesso voi tornerete in tribunale, perché appunto abbiamo detto che la difesa ha già proclamato appello. Questa la possiamo considerare una prima vittoria per voi, comunque una vittoria importante, però so che le tue battaglie non si limitano alle aule di tribunale, tu hai tanti progetti in merito.
“Ho tanti progetti in merito, fra cui appunto un’associazione che si chiama ‘La Luce di Aurora’, che adesso, proprio perché c’è stata la sentenza, potrò finalmente aprire. Avrò tante cose da dire e da fare, desidero girare per le scuole, fare informazione e fare in modo che non ci sia più un’altra Aurora. Vorrei prendere un camper e agganciarmi anche ad altre associazioni che mi hanno già chiesto di unirmi a loro. Perciò, ci sono tanti progetti che verranno fatti. Penso che i giovani vadano educati dall’inizio, al rispetto e al parlarsi di più e a muovere meno le mani. Perché se ci ritroviamo un ragazzino che aveva 15 anni e uccide una ragazzina di 13 siamo messi male, vuol dire che in realtà non sta andando così bene”.
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