“Forse non è più il caso di vederci così spesso”. Sarebbero state queste parole, pronunciate da Elisa, a scatenare il raptus omicida che spinto Massimo Sebastiani a strangolare la 28enne. E’ accaduto nel primo pomeriggio di domenica 25 agosto, tra le 14,11 e le 14,21, all’interno del pollaio nei pressi dell’abitazione del 45enne, a Campogrande. Lo ha raccontato lo stesso Massimo Sebastiani agli inquirenti.
Dopo l’omicidio Sebastiani sostiene di non essersi reso immediatamente conto di quanto accaduto. Ha trasportato il cadavere di Elisa nel bosco di Sariano; poi si è rinchiuso nella mansarda dell’amico Silvio Perazzi. “Dalla finestra potevo vedere il punto preciso in cui era Elisa e ogni sera le davo la buonanotte”. Massimo racconta di averle portato una bottiglietta d’acqua temendo avesse sete, di aver dormito accanto a lei un paio di notti: “Andavo a trovarla sperando fosse ancora viva”. Poi, vedendo il cadavere degradarsi avrebbe deciso di seppellirla: “Avrei voluto uccidermi ma non ne ho avuto il coraggio”.
Nel frattempo gli investigatori sono alla ricerca del telefono cellulare di Elisa Pomarelli. Telefono che Massimo pare abbia gettato tra i campi di Cerreto Landi: dall’apparecchio potrebbero emergere ulteriori indizi utili alle indagini. L’autopsia sul corpo di Elisa sarà invece eseguita nella giornata di oggi.
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