Piacenza tra i comuni a più alta maturità digitale secondo l’indagine presentata oggi al Forum PA 2021

Piacenza si conferma tra i comuni capoluogo italiani più maturi dal punto di vista digitale. E’ quanto emerge dalla ”Indagine sulla maturità digitale dei Comuni capoluogo”, realizzata fra aprile e maggio 2021 da FPA, società del gruppo Digital360, per Dedagroup Public Services, società in prima linea nello sviluppo delle nuove infrastrutture pubbliche digitali del Paese, e presentata oggi a FORUM PA 2021 nel corso del convegno “Italia digitale: il ruolo dei Comuni per una PA al servizio di cittadini e imprese”.

L’indagine analizza il grado di maturità digitale dei 110 comuni italiani capoluogo sulla base di tre dimensioni: Digital public services, il livello di disponibilità online di 20 tra i principali servizi al cittadino e alle imprese; Digital PA, l’integrazione dei Comuni con le principali piattaforme abilitanti individuate dal Piano triennale per l’informatica pubblica (SPID, CIE, PagoPA, ANPR); Digital Openness, la numerosità e l’interoperabilità degli open data e la comunicazione con i cittadini attraverso i canali social. È basata sul modello Ca.Re (Cambiamento Realizzato) di Dedagroup Public Services, frutto di una rielaborazione del DESI rispetto agli obiettivi definiti dal Piano triennale per l’informatica nella pubblica amministrazione e di una sua contestualizzazione a livello locale, che rappresenta la sintesi dei risultati ottenuti nelle tre dimensioni.

Immaginando il percorso di digitalizzazione come una corsa di velocità, che anche alla luce della recente esperienza dettata dall’emergenza sanitaria si è capito che si deve e si può compiere, l’indagine individua tre classi di maturità digitale collocando i Comuni in tre momenti: “Blocchi di partenza”, “Stacco” e “Spinta”. 

Piacenza, che si posizione proprio nella fase di “Spinta”, migliora ulteriormente i propri risultati con un indice Ca.Re. pari a 68 (vs 55 dello scorso anno), riflesso delle significative performance dell’Indice Digital Public Services, pari a 94 (vs 59 del 2020), dell’Indice Openness, pari a 20 e dell’Indice Digital PA, pari a 89 (vs 33 del 2020).

Accogliamo con soddisfazione questo risultato – sottolinea il vice sindaco del Comune di Piacenza Elena Baio, assessore con delega a Innovazione e Smart City – ma ancor più il riconoscimento di un percorso di crescita in costante evoluzione, su cui l’Amministrazione comunale continua a lavorare con impegno per migliorare ulteriormente i servizi alla cittadinanza. Nel corso del 2020 abbiamo posto le basi per l’avvio, a pieno regime dal 1° febbraio di quest’anno, dello Sportello Telematico che oggi consente di accedere comodamente online al 90% delle pratiche, dando una risposta importante alle esigenze degli utenti in termini di flessibilità, semplificazione burocratica e tempestività. Nel contempo, abbiamo dato un forte impulso alla promozione dell’identità digitale Spid – sia presso gli uffici comunali, sia attivando un apposito punto informativo e per il rilascio delle credenziali al Laboratorio Aperto gestito dalla Fondazione Brodolini – come chiave fondamentale di accesso ai nuovi servizi e all’uso della App IO, tramite la quale a breve potranno essere inviati anche dal Comune di Piacenza avvisi per ricordare, ad esempio, la scadenza della carta d’identità elettronica o il ritiro della tessera elettorale, nonché aggiornamenti sulle pratiche in corso, dal cambio di residenza alle notifiche di pagamenti effettuati. In vista – aggiunge il vice sindaco Elena Baio – c’è poi l’attivazione di aree di parcheggio intelligenti, i cui sensori potranno comunicare in tempo reale, allo smartphone dell’automobilista, la disponibilità e la collocazione di spazi di sosta: un’innovazione in grado di facilitare la vita e ridurre i tempi soprattutto per i pendolari, cui vorremmo che fosse innanzitutto indirizzata l’opportunità”.

Il 2020 passerà alla storia come l’anno della pandemia, ma anche come l’anno in cui abbiamo accelerato con forza verso una trasformazione tecnologica senza precedenti. I dati della ricerca Ca.Re lo confermano evidenziando come chi ha avuto più facilità e capacità di reazione alle condizioni estreme createsi sia stato chi ha potuto contare su progetti già avviati di digitalizzazione del back office, parte cruciale per l’erogazione ed efficienza dei servizi. Questo ci dice che il percorso per tutti parte proprio dalla digitalizzazione del backoffice con la conseguente revisione dei processi per poter attuare realmente quel cambiamento che vede l’uomo al centro in ogni minimo dettaglio del servizio pensato per il cittadino ha commentato Fabio Meloni, Amministratore Delegato di Dedagroup Public Services. “Piacenza, con cui collaboriamo sul fronte dell’integrazione con le piattaforme nazionali, supportandola anche nella ridefinizione dei processi con i sistemi di back-office, è tra i comuni più virtuosi e, nonostante l’ottimo posizionamento sul fronte della maturità digitale, continua a lavorare per migliorare ulteriormente”.

All’indirizzo https://www.dedagroup.it/public-services/questionario-CaRe è disponibile una versione semplificata del questionario accessibile a tutti i comuni che desiderano autovalutare il proprio livello di digitalizzazione.

CONCLUSIONI

Il quadro che emerge dall’indagine conferma la complessiva accelerazione sul fronte della trasformazione digitale, che il dinamismo già registrato nell’edizione 2020 aveva in qualche modo preannunciato (molti Comuni erano infatti prossimi al passaggio alla fascia immediatamente superiore a quella in cui erano stati classificati nel 2020). Le amministrazioni comunali saranno ora chiamate a consolidare il loro posizionamento nelle dimensioni in cui hanno registrato i principali miglioramenti (offerta di servizi digitali) ed accelerare rispetto alle variabili su cui ancora oggi si registrano i principali ritardi.

In particolare, sarà necessario:

  • promuovere una maggiore diffusione del paradigma “cloud first” e delle soluzioni As a Service, elementi essenziali per il miglioramento della capacità delle amministrazioni di generare ed erogare servizi digitali;
  • completare il processo di integrazione con le principali piattaforme abilitanti, per usufruire di quelle funzionalità trasversali e riusabili utili a uniformarne le modalità di erogazione e a ridurre tempi e i costi di realizzazione dei servizi;
  • promuovere una vera cultura del dato nelle amministrazioni territoriali, per garantire maggiori livelli di trasparenza e abilitare l’interoperabilità necessaria alla piena attuazione del principio “once only”.

Inoltre, le differenze territoriali e i differenti livelli di maturità digitale legati alla dimensione demografica costituiscono un forte richiamo alla necessità di promuovere una transizione digitale quanto più omogenea ed inclusiva, che tenda ad annullare le differenze territoriali ancora oggi presenti nel nostro Paese. Le risorse messe a disposizione dal PNRR per la digitalizzazione della pubblica amministrazione rappresentano in questo senso un’opportunità unica per garantire una pervasiva innovazione dei sistemi territoriali, affinché nessuno venga lasciato indietro.

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