“Non avrei mai pensato di imparare qui a salvare una vita”. Ieri, lunedì 8 settembre, presso le comunità terapeutiche Emmaus e Casa Accoglienza “Don Venturini” presso La Pellegrina, gli ospiti con fragilità hanno partecipato a una lezione speciale sull’uso del defibrillatore, guidati dall’esperienza degli istruttori di Progetto Vita, Stefania Bernocchi ed Enrico Bersani.
Grazie al gesto solidale dei tennisti amatoriali del gruppo “Quelli del venerdì” di Borgotrebbia, guidato da Alberto Bergonzi, coordinati dal presidente di Progetto Vita, Ernesto Grillo, è stato installato un DAE e avviata una formazione che ha trasformato tutti partecipanti in cittadini attivi, nessuno escluso, tra operatori ed ospiti del servizio.
Un progetto promosso dalla responsabile di Comunità Emmaus, Federica Grillo, e Progetto Vita che porta Piacenza sempre più vicina a una rete di cardioprotezione diffusa.
Era proprio questo l’obiettivo dell’iniziativa che ha visto il coinvolgimento di 53 tennisti: insieme per una nuova esperienza di inclusione sociale: insegnare anche a persone che stanno compiendo un percorso riabilitativo come si può salvare una vita utilizzando il defibrillatore.
“Imparare a soccorrere in caso di emergenza sanitaria, rafforza la nostra identità individuale nel contesto sociale” ne sono fermamente convinti i volontari del progetto ideato dai cardiologi Alessandro Capucci e Daniela Aschieri.
“Vogliamo portare le persone di qualunque estrazione ed età alla conoscenza del DAE (Defibrillatore Automatico Esterno), rafforzare la consapevolezza dell’importanza del loro contributo nell’utilizzo dello stesso in primo soccorso alla vittima colpita da arresto cardiaco. Tutti possono salvare una vita”, ha detto Grillo.
“I nostri utenti – spiega la responsabile di casa “Emmaus”, Federica Grillo – stanno seguendo un percorso terapeutico riabilitativo per uscire da situazioni di crisi e forte fragilità in cui sono caduti, una sorta di black-out che li ha colti nella loro quotidianità. Tra gli utenti abbiamo avuto anche liberi professionisti e laureati”. A causare l’uscita, per così dire, dai binari il più delle volte è stato il ricorso a stupefacenti, sostanze come la cocaina, l’alcol, e l’abuso di psicofarmaci”.
“I partecipanti hanno assistito ad una prima parte motivazionale e teorica di presentazione dell’arresto cardiaco e della modalità di primo soccorso con il Defibrillatore con il supporto di slide e filmati. In una seconda trainer parte in piccoli gruppi con Istruttore Tutor, si sono esercitati alla pratica di primo soccorso con manichini e DAE.
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