“Io faccio parte di CasaPound, ma Altaforte è indipendente. Se fosse legata a CasaPound non avremmo stampato un libro su Matteo Salvini”. A parlare è Francesco Polacchi, titolare della casa editrice attualmente più discussa. Polemiche che nascono a Torino, precisamente al Salone del Libro. La presenza di una casa editrice considerata fascista ha creato un polverone, spingendo autori come Carlo Ginzburg, Wu Ming e Zero Calcare a disertare la manifestazione.
Ebbene proprio a Piacenza la casa editrice salita alla ribalta delle cronache nazionali ha aperto il suo primo punto vendita. Si trova in via Manfredi 124. Abbiamo contattato Polacchi per capire cosa sia davvero Altaforte.
“Io faccio parte di CasaPound, la mia storia e il mio presente sono noti e non torno indietro. Ma Altaforte è una realtà indipendente. Se fosse la casa editrice di CasaPound non avrebbe mai pubblicato un libro su Salvini. Abbiamo avuto l’opportunità di stampare questo volume e l’abbiamo colta”.
“Sono state dette una serie di cose appositamente gonfiate con la volontà di creare un caso politico. Tutta questa polemica è finalizzata ad attaccare Matteo Salvini. Ho riflettuto a lungo se stampare o meno questo libro, ho vissuto una sorta di conflitto, anche interiore, e ne ho discusso insieme ai miei collaboratori. Alla fine, essendo appunto una realtà indipendente, abbiamo deciso di procedere”.
“No, non si può definire tale. Basta visitare il nostro sito web e scorrere i titoli dei nostri libri. Tematiche che vanno dal problema dell’immigrazione fino al colonialismo francese in Africa. Libri che affrontano l’attualità, non la storia o il periodo fascista”.
“Mah, vivo questo periodo con una certa serenità. Perchè hanno scavato nella mia storia personale però non hanno riportato i fatti per quelli che sono: piuttosto hanno riportato alcuni titoli di giornale di qualche tempo fa. Uno di questi riguarda il mio arresto in Sardegna, quando avevo 21 anni. Fatti riportati in maniera appositamente incompleta. Nessuno, per esempio, dice che il presunto aggredito era uno spacciatore di eroina. Nessuno dice che il vero aggressore si consegnò alle forze dell’ordine spiegando che non fu Francesco Polacchi a sferrare la coltellata. Nessuno dice che l’accusa di tentato omicidio venne in realtà derubricata in ‘lesioni gravi’. E comunque per quel processo non venni mai giudicato. Tutti elementi che chi racconta la mia storia si dimentica di riportare”.
“Zero Calcare getta da anni benzina sul fuoco dell’antifascismo. Disegnini dove gli antifascisti menano i fascisti. E’ un rappresentante dell’antifascismo violento e militante, un autore che fa l’occhiolino alle tendenze di apologia del brigatismo. Cosa dovrei commentare? E’ lui che se ne va, non Altaforte”.
Federico Gazzola
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