Mohamed Arafat (foto Gazzola)
“Un’altra vittoria è stata riportata dal S.I.Cobas: nella giornata di ieri è stata infatti revocata la misura di obbligo di firma al coordinatore provinciale Mohamed Arafat”. Lo comunica il sindacato in una nota.
Nel motivazioni addotte, viene riconosciuto come il lavoro sindacale svolto dopo l’annullamento degli arresti domiciliari (a suo tempo motivati dall’accusa di “associazione a delinquere”, poi ritenuta non sussistente dal Tribunale del Riesame di Bologna) rientri appieno in quella che è normale attività sindacale.
Il S.I.Cobas esprime la sua soddisfazione per la decisione della magistratura e nei prossimi giorni inoltrerà tramite i suoi legali medesima istanza di revoca per gli altri tre sindacalisti ancora sottoposti a questa misura.
Il S.I.Cobas è l’unica realtà che ha portato avanti la lotta di classe negli ultimi quindici anni, e tutti i suoi rappresentanti hanno sacrificato la loro vita per una causa giusta.
Dopo gli arresti di luglio scorso, il S.I.Cobas ha ripreso le attività con centinaia di nuove iscrizioni, concludendo accordi di secondo livello che hanno interessato oltre mille e settecento lavoratori piacentini, dimostrando che solo con la lotta si possono fermare le multinazionali che vengono nel nostro territorio credendo di poter fare quello che vogliono bypassando i diritti del lavoro.
Tuttavia, la repressione nei confronti dell’organizzazione non si è fermata in questi mesi, vedendo decine di altre denunce verso sindacalisti e lavoratori. Denunce che costituiscono un vero e proprio attacco alle prerogative costituzionali legate all’attività sindacale.
I lavoratori non sembrano però farsi intimidire e, vedendo nella lotta la loro unica possibilità di salvezza da un futuro di sfruttamento, rilanciano la richiesta di aiuto alle istituzioni, chiedendosi come mai nonostante il loro ruolo esclusivamente positivo per il territorio siano continuamente colpiti dagli attacchi di Questura e Procura.
Il S.I.Cobas continuerà a lottare, come sempre ha fatto, in modo onesto e trasparente per garantire pieni diritti ai lavoratori e fino a che sarà rimossa ogni dinamica di sfruttamento dal mondo del lavoro piacentino. Ciò avverrà tanto nei magazzini quanto con il condurre un lavoro di elaborazione culturale in città riguardo a questi pesanti attacchi alle più fondamentali libertà democratiche. Già questa sera, alle ore 21:00, saremo in Cooperativa Infrangibile per un momento di confronto con i lavoratori della GKN di Firenze, mentre a breve ci uniremo alle mobilitazioni dei ceti popolari contro il caro vita dovuto alla speculazione sui prezzi dell’energia, a conferma del fatto che la certezza delle nostre buone ragioni è più forte di ogni vile attacco repressivo.
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