A Calendasco è stato tributato il giusto, giustissimo, omaggio a Stefano Carone, Mattia e Filippo Alessandrini, i giovani atleti dei CalendHuskies Basket di Calendasco intervenuti in soccorso di Michele Corti, colpito da arresto cardiaco mentre era in auto con la moglie. I fatti risalgono allo scorso 14 ottobre.
I giovani stavano viaggiando a bordo di un’auto quando hanno realizzato che il conducente davanti a loro stava male. Subito non hanno perso tempo e si sono divisi i compiti: chi ha chiamato il 118, chi ha iniziato a praticare le manovre di rianimazione e chi si è precipitato a recuperare il defibrillatore più vicino a disposizione in una teca pubblica. I tre sono riusciti a far ripartire il cuore dell’uomo, mentre nel frattempo è arrivato il 118 che ha trasportato il 62enne al pronto soccorso.
Guidati dagli operatori del Numero unico europeo 112 e del servizio di Emergenza Territoriale 118 di Piacenza, hanno iniziato le manovre di rianimazione e utilizzato il defibrillatore, salvandogli la vita.
Oggi a Calendasco le istituzioni e Progetto Vita hanno voluto ringraziare pubblicamente questi tre giovani eroi. Che però “eroi” non vogliono essere chiamati.
“E’ un’esagerazione. Abbiamo fatto quello che tutti dovrebbero fare in una situazione di genere, niente di più niente di meno. Poi per fortuna le cose sono andate nel migliore dei modi“, commenta Filippo Alessandrini. “Abbiamo visto che c’era qualcuno che non stava bene e abbiamo semplicemente replicato quello che ci è stato insegnato negli anni. Abbiamo agito seguendo quello che ci ricordavamo e quello che sapevamo“.
“La formazione è arrivata tramite i corsi fatti insieme al brevetto del bagnino, ossia quelli del DAE, di primo soccorso. Di quei momenti non ricordo benissimo tutto, è stato un evento “traumatico” ma che ha avuto risvolto più che positivo“, spiega Mattia Alessandrini.
Cosa ricordate di quei momenti e soprattutto che cosa vi ha dato la forza di intervenire così in maniera tempestiva?
“Allora i ricordi non sono molto lucidi perché comunque c’era tanta adrenalina in quel momento quindi mi ricordo sì di essermi fermato all’inizio ma poi dal momento in cui abbiamo iniziato a praticare la manovra sono tutti ricordi un po’ confusionari“, ricorda Stefano Carone. “Per fortuna c’era una base che ci è stata data dal corso che io personalmente ho frequentato a scuola quindi sì diciamo che è stato istinto. Chiamiamolo istinto di sopravvivenza anche se non in prima persona comunque vedere una persona che sta male, che rischia di morire davanti a te ti dà automaticamente la forza di provare ad aiutarlo, fare tutto il possibile per salvarlo”.
Per Michele Corti, invece, eroi li sono eccome.
“Se non ci fossero stati questi ragazzi non saremmo qui oggi. Un grazie grandissimo perché sono giovani e speriamo che tanti giovani facciano quello che loro hanno fatto. Un grazie anche a Progetto Vita: penso che sia una cosa giustissima e funziona anche molto bene. Il defibrillatore non è difficile da usare perché fa tutto da solo, però ci vogliono persone che abbiano il coraggio di impegnarsi nell’usarlo”.
“Sono orgoglioso di questi tre giovani – aggiunge Filippo Zangrandi, sindaco di Comune di Calendasco – che con sangue freddo e altruismo hanno compiuto un g8esto straordinario. Il loro intervento dimostra che investire nella formazione e nella diffusione dei defibrillatori significa costruire una comunità più sicura e solidale”.
“Questo è un evento veramente importante per noi in quanto è la sintesi dell’impegno di Progetto Vita in questi 25 anni e racchiude i ben quattro progetti di Progetto Vita“, commenta Ernesto Grillo, vicepresidente di Progetto Vita.
“Il primo: portare il defibrillatore soprattutto tra i giovani per creare cultura. Chi ha utilizzato il defibrillatore due anni prima, al liceo, aveva seguito una lezione informale su cosa fare in caso di un evento con un arresto cardiaco. Secondo progetto: il quartiere cardioprotetto. Lasciare ai cittadini la possibilità di utilizzare un defibrillatore 24 ore su 24. Queste sono estremamente importanti“.
“Passiamo poi alla preparazione di questi ragazzi. Due di questi ragazzi erano bagnini e hanno fatto il corso per l’utilizzo del defibrillatore. Questa è una legge che è stata voluta e portata in Parlamento: mettere i defibrillatori in impianti sportivi“.
“Per quanto riguarda l’ultimo progetto. Ricordiamo che questo defibrillatore fa parte dei sette defibrillatori lungo la via Francigena, il progetto Via francigena cardioprotetta. Quindi un evento straordinario ma è frutto di 25 anni di impegni da parte di Progetto Vita“.
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