Il Comitato per la Promozione dell’Imprenditorialità Femminile costituito presso la Camera di commercio, attualmente impegnato in molteplici progetti innovativi destinati al potenziamento e sviluppo delle imprese femminili, analizza i dati forniti dall’ufficio Studi e Statistica della Camera di commercio. “Vogliamo conoscere e condividere la situazione e l’andamento delle imprese femminili nel nostro territorio – sottolinea Federica Bussandri, presidente del Comitato – tenuto conto della straordinarietà dell’attuale momento storico che si riflette sulla nostra economia già fortemente indebolita dalla pandemia”. “L’analisi del tessuto economico imprenditoriale – prosegue – costituisce la base di partenza per programmare interventi economici mirati, rispondenti alle reali esigenze e al contempo per valutare nuove azioni imprenditoriali”.
Il Comitato, nel quale sono rappresentati tutti i settori economici, è stato recentemente rinnovato in alcune sue componenti: Federica Bussandri, Gabriella Ferrari e Laura Lusignani rappresentano l’artigianato; Giovanna Malvicini e Katia Baldrighi rappresentano il commercio; Susanna Fumi l’agricoltura; Elisa Tatano l’industria; Laura Cagni – recentemente nominata – e Giuliana Biagiotti il credito.
Sono 6.259 le Imprese femminili registrate alla Camera di Commercio di Piacenza alla fine del primo semestre 2022 e registrano un incremento di 10 unità rispetto alla consistenza del dicembre scorso. La movimentazione anagrafica rilevata nel corso dei primi sei mesi del 2022 riscontra 217 iscrizioni di nuove imprese a guida femminile e 224 denunce di cessazione, con un conseguente saldo negativo di 7 unità.
Le iscrizioni del semestre mostrano una crescita del 17% rispetto a quelle registrate nel corrispondente periodo del 2021 (erano state 185) e ritornano su valori di poco inferiori ai dati pre-pandemia, considerato che il dato medio nel triennio 2017/2019 era di 233 iscrizioni. Si incrementano anche le denunce di cessazione, con una crescita di oltre 22 punti percentuali rispetto alle 183 chiusure rilevate nel corso del primo semestre 2021, ma restano su un valore più esiguo del dato medio rilevato nel triennio pre-Covid (pari a 295 cessazioni).
L’analisi delle imprese femminili in relazione alla forma giuridica conferma la netta prevalenza delle ditte individuali rispetto alle altre forme, infatti questa “basica” tipologia di impresa conta 4.073 soggetti e costituisce una quota pari al 65% del totale. Negli ultimi anni si è registrato un costante incremento delle società di capitale, che raggiungono le 1.250 unità e rappresentano un quinto del sistema delle imprese femminili. “Questo dato ci conforta e ci fa comprendere la crescente maturità delle imprese femminili che sono sempre più strutturate” commenta Bussandri Federica. Le società di persone risultano in lieve calo e contano 795 unità, corrispondenti ad una quota del 13%, mentre le imprese cooperative rimangono sostanzialmente stabili con 108 realtà. Residuano poi ulteriori 28 imprese che risultano costituite con altre forme giuridiche e 5 consorzi.
Lo stock delle Imprese a guida femminile iscritte al registro camerale alla fine del primo semestre del 2022 riscontra una piccola riduzione (-5 unità) rispetto alla consistenza rilevata nel corrispondente periodo del 2021. Lo scostamento tiene conto sia degli esiti della dinamica anagrafica del periodo, sia dei cambiamenti legati ai mutati assetti societari delle imprese, che incidono sulla possibilità di rientrare nella definizione stessa di impresa femminile.
Il Commercio resta il settore prediletto dalle imprenditrici piacentine, anche se negli ultimi anni è risultato in costante flessione, e in questo ambito si concentrano 1.576 realtà imprenditoriali, ovvero un quarto del totale. Il comparto dell’Agricoltura si conferma al secondo posto per consistenza numerica, con 1.015 imprese agricole guidate da donne e un’incidenza del 16% sul totale. Anche questo settore accusa un calo di 35 unità rispetto allo scorso anno, confermando la dinamica calante già osservata negli ultimi anni. Risultano in lieve calo le Attività di alloggio e ristorazione (-14 unità) e le Altre attività dei servizi (-9), mentre si incrementano le Attività professionali e scientifiche (+26) e il Noleggio e servizi alle imprese (+14).
L’incidenza delle “imprese rosa” all’interno del sistema economico locale si attesta al 21,6% e si colloca al di sopra della media regionale che si ferma al 20,9%, mentre risulta meno consistente del dato nazionale che arriva al 22,2%. Nei territori limitrofi si rilevano situazioni piuttosto differenziate e solo la provincia di Pavia riscontra un dato che si avvicina alla media nazionale (22%), mentre le province di Reggio Emilia e Lodi fanno rilevare quote molto più esigue, rispettivamente pari al 18,7 % e al 19,7%. Il Rapporto annuale di Unioncamere sull’imprenditoria femminile rileva che sono le regioni del sud a evidenziare le quote più consistenti di imprese rosa, guidate da: Molise (27,4%), Basilicata (26,4%) e Abruzzo (25,7%), mentre le quote minime sono riferite a Trentino Alto Adige (18,3%), Lombardia (19,1%) e Veneto (20,3%).
Nel Registro camerale di Piacenza si contano circa 19mila cariche femminili (18.821) e quasi la metà delle donne titolari di una carica ha un’età compresa fra i 50 e i 69 anni (49%), mentre una quota del 33% risulta collocata nella fascia dai 30 ai 49 anni. L’incidenza delle donne over-70 risulta piuttosto consistente e si attesta al 15%, mentre solo il 3% delle titolari di carica risulta appartenere alla fascia di età dai 18 ai 29 anni.
L’insieme delle imprese piacentine a guida femminile comprende un consistente nucleo di realtà artigianali, sono infatti 1.232 le unità inserite nell’albo artigiani (corrispondenti ad una quota del 20% delle imprese “rosa”) e al suo interno il settore più numeroso è quello afferente le Altre attività di Servizi, con 663 unità. E’ sempre più rilevante la presenza di imprenditrici di origine straniera e alla fine del primo semestre dell’anno nell’anagrafe camerale se ne contano 860 (30 in più rispetto al giugno 2021), corrispondenti al 14% del totale. Le imprenditrici straniere sono molto presenti nei settori del Commercio (con 203 unità), nelle Attività di alloggio e ristorazione (con 162 esercizi) e nelle Altre attività dei Servizi (con 108 unità). Le imprenditrici nate in Cina si confermano le più numerose, con 99 imprese individuali, seguite dalle imprenditrici nate in Romania (68), Albania (67) e Marocco (34). Sono solo 569 le imprese giovanili (con titolare o prevalenza dei soci under-35) e operano prevalentemente nel Commercio (128), nei Servizi di alloggio e ristorazione (120) e nelle Altre attività di servizi (77).
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