Stralcio delle cartelle esattoriali, è scontro in consiglio comunale. Il riferimento è al provvedimento inserito nella legge di Bilancio del governo Meloni che prevede lo stralcio delle cartelle esattoriali di importo sotto ai mille euro affidate all’agente della riscossione dal primo gennaio 2000 al 31 dicembre 2015. Un decreto che riguarda sanzioni e pendenze anche nei confronti degli enti pubblici: quindi sanzioni municipali, imposte come Imu e Tari. Ma il Comune di Piacenza, così come altri enti in Italia, ha scelto di non aderire al nuovo decreto. L’assessore al Bilancio, Marco Perini, ha motivato la decisione con la volontà di garantire equità tra i contribuenti. Proprio su questa decisione maggioranza e opposizione hanno dibattuto nell’aula di Palazzo Mercanti prima della votazione che ha promosso la decisione della giunta: la decisione di non aderire al decreto ha incassato 21 voti favorevoli, 9 contrari e 1 astenuto.
“La scelta del Comune è quella di adottare un principio di coerenza e rispetto nei confronti di coloro che in modo tempestivo, puntuale e corretto hanno fatto il proprio dovere e hanno pagato quanto dovevano all’Ente. Inoltre, stiamo parlando di debiti molto vecchi, alcuni di questi sono già stati oggetti di rottamazione per altri motivi”, spiega l’assessore Marco Perini.
Per l’opposizione ha preso la parola, tra gli altri, Luca Zandonella della Lega: “Una scelta politica, in contrasto al governo, sembra più una ripicca arrivata a priori. Io credo che molte delle persone che non hanno saldato i propri debiti abbiano agito in questo modo perché in difficoltà, altrimenti una sanzione da 200 o 300 la paghi subito, piuttosto che trascinarsi dietro per anni una sanzione che comunque prima o poi pagherai. Io credo che sia il caso di andare incontro al contribuente e non continuare a vessarlo con situazioni ormai vetuste”.
Tra la maggioranza ha preso la parola Andrea Fossati, capogruppo del Partito Democratico: “Con questo comportamento noi vogliamo disincentivare comportamenti che contrastano col principio di equità, incentivando comportamenti virtuosi: non è corretto mettere sullo stesso piano chi le tasse le ha sempre pagate e chi ha fatto il furbo. Vogliamo disincentivare l’infedeltà fiscale che crea solo disparità tra i cittadini”.
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