Economia

Terrepadane, si dimette il cda: “Senso di responsabilità per evitare il commissariamento”

Decisione importante per il Consiglio di amministrazione di Terrepadane, che questa sera ha deciso di dimettersi, anticipando quindi il termine del mandato previsto per la primavera 2024.

“Durante la riunione del Consiglio di amministrazione di oggi, 22 giugno – spiegano i vertici di Terrepadane – sono stati esaminati i nuovi atti pervenuti nei giorni scorsi dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, riguardanti le elezioni che si sono svolte nella primavera 2021”.

Le motivazioni

“In merito – sottolinea ancora Terrepadane – si ricorderà che alcuni Soci avevano mosso azioni legali contro le modalità di elezione adottate dalla cooperativa nel 2021. Nonostante il lodo arbitrale del Tribunale di Piacenza abbia ritenuto correttamente svolte le elezioni, il Ministero ha sottoposto la cooperativa ad una prima ispezione. Ispezione che non ha rilevato irregolarità. Il Ministero ha poi proceduto con una seconda ispezione protrattasi per circa un anno che invece è arrivata a richiedere una gestione commissariale. Il tutto incurante, tra l’altro, dell’approssimarsi della scadenza del mandato degli amministratori e del fatto che due assemblee avessero approvato all’unanimità i bilanci molto positivi degli ultimi due anni”.

Il commissariamento

“In questo contesto – chiarisce lo stesso presidente di Terrepadane, Marco Crotti – in tutti noi è prevalso il senso di responsabilità verso una struttura economica sana, efficiente. Una struttura che non può e non deve essere commissariata con gravi conseguenze nella gestione e quindi nel servizio ai Soci. Terrepadane è da molti anni una cooperativa di riferimento per le aziende agricole delle province in cui opera con bilanci positivi da 15 anni e progetti di sviluppo molto importanti”.

“In occasione della riunione del Cda, i membri hanno fissato la data per la prossima assemblea elettiva, che si terrà il 3-4 luglio 2023 presso la sede di Terrepadane in via Colombo. La parola ora è ai soci, riferisce Crotti, che sono e devono essere gli unici legittimati a decidere il destino della loro cooperativa”.

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