Trent’anni dalla strage di Capaci, Liotti (Libera): “Falcone e Borsellino hanno indicato la strada di valori da seguire”. A dirlo a Radio Sound è la referente di Libera a Piacenza Antonella Liotti.
Il 23 maggio anche a Piacenza si ricorda Giovanni Falcone, a 30 anni dalla strage di Capaci in cui il giudice fu ucciso insieme alla moglie e alla loro scorta in un attentato mafioso.
Quando arrivò la notizia ricordo benissimo cosa stavo facendo – spiega Antonella Liotti – e la stessa cosa incancellabile mi è stata confermata da diversi conoscenti. Rimarrà per sempre un momento gravissimo, ma non possiamo lasciarci prendere dalla retorica. Oggi in tanti esaltano Falcone e Borsellino mentre in realtà non sono stati rispettati da vivi e spesso anche da morti.
Loro ci hanno indicato una strada di valori da seguire. Hanno continuato a lavorare, nonostante i rischi di morte, perché credevano nella giustizia. Sono stati abbandonati e combattuti. Invece bisogna tornare proprio dalle loro parole. In particolare a quello che hanno fatto e alle indicazioni che ci hanno dato. Quindi liberarci dalla retorica odierna e andare a leggere i loro testi.
Libera, fin dalla sua nascita, ha avuto l’obiettivo di animare una società civile, partecipe e responsabile, consapevole che la lotta alle mafie e la costruzione di una società giusta ed inclusiva, rispettosa dei diritti di tutte e di tutti, non è opera di navigatori solitari, ma necessita di una responsabilizzazione collettiva.
Durante il processo Grimilde, l’avvocato Enza Rando, vicepresidente di Libera, ha più volte ribadito che Piacenza era conosciuta come la città del Festival del Diritto e di Stefano Rodotà. Libera Nazionale e il coordinamento di Piacenza si fanno promotori di una rinascita di un nuovo Festival del Diritto, affinché la città possa superare la “vischiosità” ed il clima di rimozione sistematica che si sono riscontrati rispetto ad alcuni recenti e gravi avvenimenti, quali il processo Grimilde ed il processo per i fatti della caserma Levante, riaffermando una cultura della legalità democratica e dei diritti per tutte e tutti.
Il territorio piacentino e in particolare la città di Piacenza, infatti, nel corso degli anni sono stati toccati da numerosi processi: il processo Grande Drago, i processi Aemilia e quello Grimilde ad esso collegato, che evidenziano numerosi segnali di una strategia di penetrazione e radicamento da parte della ‘ndrangheta sul nostro territorio. In particolar modo sono state prese di mira le istituzioni locali e statali, nonché interi settori economici.
Per questo abbiamo strutturato una serie di proposte per chi si candida ad amministrare la città di Piacenza. Una serie di punti che riguardano:
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