Attualità

Al via la valutazione dei dirigenti scolastici, Zavattoni (CGIL Piacenza): “La politica mette a rischio l’autonomia della scuola” – AUDIO

Al via la valutazione dei dirigenti scolastici, Giovanni Zavattoni (CGIL Piacenza): “Il Governo vuole far diventare i Presidi dei meri esecutori”. L’esponente piacentino lo ha detto a Radio Sound all’indomani della decisione del  Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara di emanare il decreto. Si tratta di un provvedimento che sarà in vigore già dall’attuale anno scolastico

Secondo la FLC CGIL il nuovo sistema di valutazione dei dirigenti scolastici è un’operazione molto grave che, insieme alla delega sulla revisione di funzioni e prerogative degli organi collegiali, rappresenta lo strumento attraverso il quale esercitare un controllo diretto sull’attività dei dirigenti scolastici e smantellare l’autonomia scolastica tutelata dalla Costituzione.

Abbiamo già chiesto il ritiro del decretocommenta Giovanni Zavattoni per tante motivazioni. La principale è che questo modello conferma la volontà del esecutivo di fare dei dirigenti scolastici dei meri esecutori. A disposizione dell’alto. Il tutto secondo un’idea ormai di scuola verticistica e gerarchica. Noi siamo totalmente contrari a questo modello. Vogliamo tutelare l’autonomia delle istituzioni scolastiche. Devono rimanere autonome senza ingerenze. 

Valorizzazione

Sempre secondo la Cgil si tratta inoltre di un sistema di valutazione privo della sua principale finalità di valorizzazione e sviluppo professionale del dirigente scolastico, al quale spettano autonomi poteri di direzione, coordinamento e valorizzazione per assicurare la qualità dei processi formativi, l’esercizio della libertà di insegnamento, l’esercizio della libertà di scelta delle famiglie, l’attuazione del diritto allo studio.

La politica e la scuola

Per il sindacato l’eliminazione dei nuclei di valutazione regionali, che assicuravano la collegialità del procedimento, e l’attribuzione ai Capi Dipartimento del compito di individuare annualmente gli obiettivi della valutazione rendono la dirigenza scolastica subalterna agli obiettivi politici del ministro pro tempore, condizionando pesantemente anche l’autonomia delle istituzioni scolastiche.

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