Attualità

Un caso di virus West Nile in provincia di Piacenza, Ausl: “Importante la prevenzione”

Trasmessa dalla zanzara comune, l’infezione si previene con un’attenta lotta con prodotti larvicidi ed evitando ristagni d’acqua. Importante proteggersi dalle punture.

Come già era accaduto nell’estate 2018, anche quest’anno si sta verificando anche nella provincia di Piacenza una discreta circolazione del Virus West Nile.

Già dal mese di luglio l’Ausl aveva confermato l’isolamento del virus sia in zanzare che in uccelli selvatici durante l’attività di campionamento; attività che anche nella nostra provincia si è realizzata da maggio a settembre, nell’ambito del piano della Regione Emilia Romagna svolto in collaborazione tra Aziende Usl, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale,   l’Ufficio Faunistico e gli  ATC provinciali. Nel mese di agosto si è riscontrato un caso in una persona residente nella nostra provincia; la diagnosi ha riguardato anche un cavallo, sempre in provincia di Piacenza.

“La trasmissione dell’infezione alle specie sensibili (uomo, cavallo, uccelli) – ricorda Alessandro Chiatante del Servizio Veterinario dell’Ausl – avviene tramite le zanzare comuni; mentre la zanzara tigre non ha nessun ruolo nella trasmissione di questa malattia. Le zone della nostra Provincia più a rischio sono dunque quelle dove è maggiore la densità di zanzare Culex e maggiore il passaggio di uccelli migratori; quindi tutta l’area a Nord della Via Emilia e in particolare  lungo il corso del Po”.

La prevenzione

Poiché le misure di prevenzione per ostacolare la moltiplicazione della zanzara tigre che da anni l’Azienda Usl raccomanda, sono efficaci anche contro la zanzara comune è fondamentale effettuare la prevenzione e la lotta anche nelle aree private, avendo cura di eliminare tutte le possibili raccolte d’acqua e, nel caso non siano eliminabili, trattandole con gli appositi  larvicidi.

Grazie alla collaborazione di Ferderfarma, le farmacie che aderiscono alla convenzione vendono i larvicidi a prezzo di costo.

“E’ fondamentale – continua il dott. Chiatante – che chi soggiorna lungamente all’aperto, specialmente  nelle ore a rischio si protegga adeguatamente dalle punture mediante l’utilizzo di indumenti chiari che coprano anche gambe e braccia;  si devono evitare i profumi, le creme e i dopobarba che attraggono gli insetti. Possono essere utilizzati repellenti cutanei per uso topico da applicare sulla cute scoperta, compreso il cuoio capelluto, qualora privo di capelli. I principi attivi più efficaci sono DEET (utilizzabile sopra i 12 anni di età) , ICARIDINA (utilizzabile sopra i 2 anni),  e CITRODIOL (utilizzabile sopra i 3 mesi), mentre per i lattanti è raccomandato l’uso di zanzariere sulle culle. In ogni caso bisogna seguire scrupolosamente le indicazioni, fornite dal fabbricante,  riportate sulla confezione”.

LA MALATTIA DI WEST NILE

West-Nile Virus (o virus del Nilo Occidentale) deriva il suo nome dal distretto di West-Nile, in Uganda, dove è stato isolato per la prima volta.

Nell’uomo, la malattia ha un’incubazione di pochi giorni, ed i sintomi sono inapparenti nell’80% dei casi; nei casi manifesti variano dalla febbre elevata con malessere generalizzato, dolori muscolari e articolari, fino a casi di encefalite e meningite. Queste due ultime evenienze sono fortunatamente molto rare; riguardano infatti solo l’1% dei casi, soprattutto anziani e soggetti immunodepressi. Nella maggior parte dei casi con sintomatologia, il malato si ristabilisce in circa una settimana, mentre nei casi più gravi possono residuare danni neurologici più o meno importanti.

Gli uccelli selvatici migratori rivestono un ruolo fondamentale nella diffusione del virus, rappresentando il vero serbatoio di infezione. Il virus si mantiene nell’ambiente attraverso il continuo passaggio tra la zanzara, che alberga il virus a livello delle ghiandole salivari, e gli uccelli che veicolano il virus dalle zone dove la malattia è endemica e ne costituiscono il serbatoio.

Come sopra specificato la zanzara tigre, responsabile della trasmissione di malattie esotiche come Chickungunya e Dengue, non ha nessun ruolo nella trasmissione di questa malattia.

Sia l’uomo che il cavallo si possono ammalare, ma non possono ritrasmettere il virus alle zanzare, a quindi ad altri animali o persone. E’ però documentata la trasmissione da uomo a uomo mediante trasfusioni di sangue o  emocomponenti, e trapianto di organi o tessuti; per questo motivo tutte le sacche di sangue raccolte dalle donazioni, e i donatori di organi, vengono testati per escludere la presenza di questo virus.

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