Oltre 2,3 milioni di euro di risorse nazionali destinati ai caregiver dell’Emilia-Romagna. Che, sommati ai 3 milioni stanziati direttamente dalla Regione, portano a più di 5 milioni, in totale, i contributi per sostenere una figura di fondamentale importanza per il welfare regionale.
Per l’Ausl Piacenza sono in arrivo 151.322 euro (Città Piacenza 54.664, Levante 56.510, Ponente 40.148).
È stato approvato dalla Giunta il Programma regionale per l’utilizzo e la suddivisione tra tutte le Aziende sanitarie delle risorse nazionali del Fondo unico per l’inclusione delle persone con disabilità, destinate agli interventi per il riconoscimento del valore sociale ed economico dell’attività di cura non professionale del caregiver familiare.
La Regione Emilia-Romagna è stata la prima in Italia a riconoscere la figura del caregiver in quanto componente informale della rete di assistenza alla persona e risorsa del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari, tutelandone i bisogni. L’ha fatto con la legge regionale “Norme per il riconoscimento ed il sostegno del caregiver familiare” n. 2 del 28 marzo 2014, che riconosce il ruolo sociale del caregiver familiare e si pone l’obiettivo di formare e offrire supporto alle attività di assistenza prestate gratuitamente da familiari ed amici a persone non autosufficienti. Successivamente, con un’altra legge, la n.5 del 30 maggio 2024, è stato creato un Fondo regionale, che quest’anno per la prima volta viene alimentato.
I caregiver familiari sono persone che si prendono cura in modo continuativo – anche per più di 20 ore alla settimana – a titolo non professionale e gratuito, di una persona cara affetta da malattia cronica, con disabilità, o con un qualsiasi altro bisogno di assistenza a lungo termine; oppure di anziani gravemente non autosufficienti e persone con disturbi psichici o malattie neurodegenerative.
Le risorse finanziate dal Fondo nazionale sono destinate a interventi di sostegno e sollievo ai caregiver che assistono persone in condizione di disabilità gravissima, certificata ai sensi dell’articolo 3 del Decreto del ministero del Lavoro del 26 settembre 2016, ai programmi di accompagnamento finalizzati alla deistituzionalizzazione e al ricongiungimento del caregiver con la persona assistita.
Diversi gli interventi previsti: strumenti di sostegno economico che riconoscono l’impegno assistenziale del caregiver (ad esempio, assegno di cura anziani, assegno di cura e di sostegno a persone con disabilità gravissima e grave, contributo aggiuntivo per l’assistente familiare); interventi di sollievo domiciliare per garantire spazi di autonomia ai caregiver, ad esempio con la presenza settimanale o bisettimanale di alcune ore di personale qualificato al domicilio della persona assistita.
E ancora, interventi di sollievo semi-residenziali e residenziali (accoglienza temporanea dell’assistito in struttura semiresidenziale e residenziale) e di supporto in situazioni complesse e di emergenza per il caregiver, come un rapido sostegno in caso di temporanea e imprevedibile indisponibilità del caregiver per malattia o eventi non programmabili; poi interventi educativi, di affiancamento, tutoring, sostegno socio-relazionale.
Inoltre, il programma prevede la possibilità da parte dei caregiver di usufruire di progetti finalizzati a percorsi di sostegno psicologico individuale o di gruppo, interventi di supporto psico-educativo e relazionale, gruppi di auto-mutuo aiuto e di sostegno o di formazione dei nuclei familiari. Il Fondo può anche sostenere e dare continuità ai percorsi e agli interventi previsti con la precedente programmazione anche se non compresi in queste aree di intervento.
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