La cimice asiatica, l’insetto killer dei raccolti arrivato dall’Asia, ha devastato i campi e i frutteti di 48mila aziende in Italia; con un danno che supera i 740 milioni di euro a livello nazionale, di cui 270 milioni nella sola Emilia Romagna. È quanto emerge dal Dossier presentato da Coldiretti in occasione dell’apertura della Fieragricola di Verona; con la storica mobilitazione degli agricoltori (oltre mille dell’Emilia Romagna) contro l’invasione di insetti alieni. Insetti portati in Italia dai ritardi nella prevenzione e nei controlli dell’Unione Europea di fronte ai cambiamenti climatici. Il problema sta crescendo anche nel Piacentino, con danni soprattutto alla frutta e alla soia.
E a Verona era presente una nutrita delegazione di agricoltori piacentini guidati dal direttore di Coldiretti Piacenza Claudio Bressanutti. Era con gli amministratori del territorio Graziano Stomboli di Gropparello, Giulia Belli di Besenzone; Giuseppe Freppoli di Castell’Arquato; Valentina Corbellini di Bettola e Paola Vincini di Lugagnano.
Sul palco anche Stefano Bonaccini; in qualità di Presidente della Conferenza Stato – Regioni, si è impegnato a chiedere al Governo un aumento di fondi da destinare alla legge 102 sulle calamità. E la prossima settimana sarà a Bruxelles per sollecitare misure straordinarie di ristoro per gli agricoltori che integrino quelle del fondo di solidarietà.
La lotta alla cimice asiatica è particolarmente difficile perché è in grado di nutrirsi praticamente con tutto; si muove molto per invadere sempre nuovi territori da saccheggiare ed è resistente anche ai trattamenti fitosanitari. Una minaccia drammatica per il Paese, in un anno segnato da un inverno particolarmente caldo che ne favorisce la sopravvivenza. La si deve contrastare con un piano di intervento nazionale che – evidenzia Coldiretti – preveda aiuti straordinari alle imprese; ma anche azioni di contenimento dell’insetto anche con un programma coordinato di trattamenti fitosanitari e sperimentazioni su insetti antagonisti. Oltre a misure per la difesa del settore ortofrutticolo Made in Italy con un sistema straordinario di verifica sulle importazioni.
Nelle zone colpite dal flagello – conclude la Coldiretti – è necessaria la dichiarazione dello stato di calamità e la delimitazione delle aree danneggiate con sostegni alle imprese agricole.
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