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Grande successo a XNL per Ariaferma, Di Costanzo: “Visitando il carcere ho scoperto un tema mai trattato in questo genere, l’umanità” – AUDIO

“Un film sul carcere quando esiste un intero genere sul tema, cosa potevo dire di nuovo? La risposta mi è arrivata visitando i penitenziari: c’era un tema che nei film non si era mai visto, l’umanità”. Così il regista Leonardo Di Costanzo ha presentato il proprio film “Ariaferma” questa sera a XNL. Era il primo appuntamento del ciclo XNL Cinema, che permette agli appassionati non solo di ammirare le opere gratuitamente, ma anche di conoscere e confrontarsi coi protagonisti. E quando a organizzare il tutto è Paola Pedrazzini, direttore artistico di Bottega XNL, successo e qualità vanno a braccetto. Così questa sera la sala proiezioni dell’edificio di via Santa Franca era gremita di pubblico.

XNL Cinema è una rassegna di tre appuntamenti, ognuno dei quali incentrato su un tema. Questa sera si parlava di “cinema e carcere”, tema che Ariaferma, pellicola firmata da Di Costanzo, tratta in una chiave originale e psicologicamente profondissima. Abbiamo incontrato il regista che ci ha spiegato i retroscena di questa opera.

Il regista Di Costanzo a XNL per Ariaferma

Mi sono sempre occupato delle strutture complicate della società, quelle figure che stanno a contatto con la parte più difficile della società. Perché è un ottimo luogo di osservazione sul presente, per capire come funziona la società stessa”.

Quindi il carcere come specchio della società?

Ho sempre avuto paura di parlare del carcere perché anche io non ho idee molto chiare. Però ho scoperto un mondo, un mondo molto interessante che rispecchia molto la società: ci sono quelli a cui basta chiudere le celle e dicono ‘gli passerà’, e poi ci sono quelli che invece pensano a vere soluzioni di recupero”.

Quale messaggio vuole lanciare questa pellicola?

Non c’è tanto un messaggio a cui ho pensato. Quando ho pensato di fare questo film mi sono reso conto che esiste un genere intero, ci sono capolavori della storia del cinema incentrati sul carcere, e mi sono chiesto cosa potessi dire di nuovo io. Poi la risposta l’ho trovata visitando le carceri. Ho visto una cosa che non ho mai visto nei film: l’umanità, anche tra detenuti e guardie. E’ un universo di separazione, non possono avere contatti, eppure ogni tanto l’umanità che sta in entrambi esce fuori. Ricordo quando, durante il Covid, in mezzo al cemento uscivano i fiori: così avviene in carcere, e così ho deciso che il film che dovevo fare era esattamente quello”.

I PROSSIMI APPUNTAMENTI

Martedì 18 aprile (ore 20.30) è invece il momento di Giorgio Diritti e del suo Volevo nascondermi, la storia tormentata ed emozionante di Antonio Ligabue, il pittore immaginifico che dipingeva il suo mondo fantastico di tigri, gorilla e giaguari stando sulle sponde del Po, interpretato da un magistrale Elio Germano (Orso d’argento a Berlino e David di Donatello come miglior attore). A moderare l’esclusivo incontro sul tema “Cinema e identità con Giorgio Diritti, il pluripremiato regista di Il vento fa il suo giro, L’uomo che verrà e Un giorno devi andare, sarà il critico cinematografico Enrico Magrelli.

“Cinema e sacro” è invece il tema dell’appuntamento di mercoledì 19 aprile (ore 20.30) con la proiezione di Chiarail film scritto e diretto daSusanna Nicchiarelli, presentato in anteprima lo scorso settembre alla Mostra del Cinema di Venezia che offre un’interpretazione al presente della vita e delle scelte rivoluzionarie e femministe della santa d’Assisi. A corredo della proiezione è previsto un incontro con un interlocutore d’eccellenzaMons. Dario Viganò – critico cinematografico e teorico della comunicazione, Vice Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze, per anni Presidente della Commissione Nazionale Valutazione Film della CEI e autore di numerosi studi dedicati all’analisi del rapporto tra i media e il mondo cattolico

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