La questura è un luogo freddo, e non potrebbe essere altrimenti. Uffici, lampade al neon, pareti bianche: d’altra parte è perfettamente normale per un edificio di questo tipo. Però ci sono situazioni che richiedono una particolare sensibilità, vicende che richiedono un forte senso di empatia, calore, tranquillità, riservatezza. Una maggiore accoglienza, insomma.
Gli agenti di polizia sono perfettamente addestrati ad affrontare queste situazioni con il dovuto tatto e la dovuta sensibilità: però anche l’ambiente conta. Ecco allora che da oggi in questura è nata la “Casa di Atena”. Una stanza per accogliere nel modo migliore, con la luce migliore, le donne che necessitano di aiuto dopo violenza o maltrattamenti. Un ambiente protetto dove la donna può raccontare in tutta tranquillità e riservatezza la propria situazione, la propria richiesta d’aiuto. Spesso capita che le donne fuggano da un compagno violento portando con sé il figlio o i figli.
Ecco che la Casa di Atena dispone anche di una stanza proprio a misura di bambino. Una importante novità che rientra nel progetto “Una stanza tutta per sé”, avviato dall’associazione Soroptimist, che appunto ha reso possibile tutto ciò. Tra l’altro l’associazione ha donato anche un computer dotato di una tecnologia apposta per supportare le audizioni.
“Il nome è una stanza tutta per sé e deriva dal saggio di Virginia Wolf: l’autrice lo pensava come una stanza dove le donne potessero ritrovare la loro creatività per scrivere. Un progetto che ha dieci anni, perché la prima stanza fu fatta nel 2014 e poi sottoscritti dei protocolli di intesa con le forze dell’ordine e quindi sono 10 anni di attività di questa stanza. E’ una stanza dove personale qualificato e preparato accoglie le vittime di violenza sia per la denuncia che per l’escussione del racconto della violenza e quindi dove le donne possono ritrovare in questa stanza la serenità e la forza e la dignità di poter raccontare”, commenta Adriana Macchi, presidente nazionale di Soroptimist.
“Anche la questura di Piacenza aveva la necessità di dotarsi di uno spazio in cui accogliere le vittime di violenze e rendere la loro la loro testimonianza, il loro racconto meno doloroso possibile. E’ un ambiente sereno, in cui non si ha idea di essere in un ufficio di polizia, in una caserma, ma più in una casa. Voleva essere l’obiettivo principale, raggiungere un momento di serenità per le persone che vengono chiamate a raccontare di violenze”, commenta il questore Ivo Morelli.
Il progetto, seguito dal personale della Divisione Anticrimine della Questura e denominato una stanza tutta per sé, ha lo scopo di sostenere la donna nel delicato e incisivo momento della denuncia di violenze e abusi alle Forze dell’ordine. Una stanza tutta per sé, dal libro della nota scrittricebritannica Virginia Woolf, è un invito per le donne a lottare per la propria libertà, contro ogni forma di limitazione o privazione, partendo dall’essere ascoltata in una stanza dedicata che tenga conto del particolare momento di fragilità.
La stanza per l’audizione alla donna che denuncia atti persecutori, maltrattamenti, stalking e ogni altro atto di violenza è un ambiente protetto e dedicato che tende ad un approccio meno traumatico con gli investigatori e a trasmettere una sensazione di accoglienza delle persone, mettendole a proprio agio nell’atto di formalizzare una denuncia.
Presso la Questura di Piacenza la stanza è stata intitolata “La casa di Atena”, per richiamare la forza e l’intraprendenza della dea greca, quale simbolo di protezione e sicurezza che la stanza intende offrire alle donne vulnerabili, rappresentando un rifugio da cui poter ripartire ed è costituita da uno spazio che è stato altresì attrezzato per accogliere i bambini spesso vittime di “violenza assistita”, testimoni silenziosi e inconsapevoli di violenze fisiche e/o psicologiche subite dalla propria madre.
A fine 2024 sono state 44 le stanze realizzate in tutte le questure in collaborazione con Soroptimist, a cui si aggiunge anche quella di Piacenza. Nell’ambito della stessa donazione è stato anche previsto il “kit una stanza tutta per sé portatile”, con la donazione di un computer da utilizzare per verbalizzare e registrare le denunce delle vittime.
Nell’anno 2024 sono state 40 le richieste di ammonimento per violenza in ambito domestico e 26 gli ammonimenti adottati con provvedimento del Questore mentre nel primo semestre del 2025 sono state 16 le richieste pervenute e 9 quelle ritenute di essere accolte con un provvedimento.
Sono state altresì presentate ulteriori 21 richieste per stalking di cui 6 meritevoli di trattazione e di conseguente provvedimento del Questore; nel primo semestre 2025 sono state presentate 13 istanze di cui 4 provvedimenti di ammonimento adottati.
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