Emilia Romagna in zona arancione: limiti più stretti a spostamenti e aperture dei locali. Ecco le regole

Anche Piacenza, come tutta l’Emilia Romagna, entra in zona arancione.

Spostamenti

Gli spostamenti tra regioni sono vietati fino al 15 febbraio. Resta il divieto di spostarsi tra comuni in regioni rosse o arancioni.

Sono vietati tutti gli spostamenti fuori dai confini comunali, tranne che per motivi di lavoro, salute e necessità. Un’altra deroga riguarda i comuni con una popolazione fino a 5mila abitanti: ci si può muovere liberamente, tra le 5 e le 22, entro i 30 chilometri dal confine del proprio comune (quindi eventualmente anche in un’altra regione), con il divieto però di spostarsi verso i capoluoghi di provincia.

In ogni caso, inoltre, è consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione, tranne che per le seconde case fuori dalla regione.

Visite

Lo spostamento verso una sola abitazione privata abitata è consentito, una volta al giorno, in un arco temporale compreso fra le ore 5 e le ore 22, e nei limiti di due persone ulteriori rispetto a quelle ivi già conviventi, oltre ai minori di anni 14 sui quali tali persone esercitino la potestà genitoriale e alle persone disabili o non autosufficienti conviventi”. La visita, in zona arancione, è ovviamente permessa senza superare i confini comunali”.

Bar e ristoranti

In zona arancione sono sospese le attività dei servizi di ristorazione, fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie. Però è sempre ammessa la consegna a domicilio. Quanto all’asporto, invece, bisogna distinguere: fatto salvo il divieto di consumo sul posto, i bar possono essere attivi fino alle 18, i ristoranti fino alle 22.

Negozi

I negozi sono aperti a condizione ovviamente che assicurino la distanza interpersonale di almeno un metro, lo scaglionamento degli ingressi e che espongano un cartello con il numero massimo di persone ammesse contemporaneamente all’interno dell’esercizio.

Nei giorni festivi e prefestivi sono chiusi i negozi presenti all’interno di mercati, centri commerciali, gallerie commerciali, parchi commerciali ed altre strutture ad essi assimilabili. Fanno eccezione, tuttavia, farmacie, parafarmacie, presidi sanitari, punti vendita di generi alimentari, di prodotti agricoli e florovivaistici, tabacchi ed edicole.

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