Venti giorni fa la Corte d’Appello di Bologna aveva ritenuto illegittimo il licenziamento di 16 lavoratori del magazzino GLS di Piacenza, ordinandone il reintegro. La sentenza non ha però trovato applicazione per il rifiuto dell’azienda appaltatrice di dare corso alla reintegra.
“Stasera i facchini, tutti aderenti a USB, hanno deciso di riprendersi da soli quel posto: dopo un’assemblea davanti alle ribalte hanno autonomamente deciso di entrare in magazzino salendo sulle saracinesche delle baie (i portoni attraverso cui si movimentano le merci), incatenandosi poi alle rulliere per riottenere il lavoro”.
“Tutto ciò avviene dopo che nei ripetuti incontri, sia in sede locale che ministeriale, la Prefettura di Piacenza e la stessa GLS avevano affermato con perentorietà che bisognava attenersi alla sentenza del tribunale”.
“L’azienda, Natana Doc spa (fornitore di servizi nell’hub piacentino di GLS) non vuole però attuare il reintegro. Sostiene che al momento del licenziamento nel magazzino operava la SEAM srl, società della galassia Natana Doc. Insomma, il classico cambio di nome, di intestatario, per non “pagare dazio”.
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