Nei giorni scorsi, le fiamme gialle piacentine hanno eseguito un’ordinanza di custodia cutelare domiciliare nei confronti di 3 imprenditori; hanno disposto inoltre il sequestro di beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie, frutto dell’attività illecita, per oltre 1.100.000 euro.
Gli arrestati, due di origine italiana e uno macedone, sono accusati di frode fiscale perpetrata attraverso l’utilizzo di false compensazioni delle imposte.
I provvedimenti restrittivi sono arrivati al termine di un’indagine di polizia giudiziaria, avviata dai finanzieri del nucleo di polizia economico finanziaria di Piacenza. L’operazione ha consentito di accertare una complessa ed articolata frode fiscale per circa 4 milioni di euro, posta in essere da un commercialista e 16 imprenditori, tutti operanti nel territorio piacentino.
L’indagine
Nel corso delle indagini è stata analizzata una notevole mole di documentazione cartacea ed informatica; i militari hanno raccolto testimonianze di oltre 40 persone che hanno confermato il modus operandi del commercialista, recentemente deceduto; peraltro anch’egli sarebbe stato destinatario di analoga misura di restrizione personale. Su indicazione dei propri clienti e per alleggerire la propria posizione fiscale, in occasione della presentazione delle dichiarazioni fiscali, mediante la falsificazione
della documentazione contabile, ha gonfiato i crediti iva in modo da ottenere una maggiore imposta da compensare l’anno successivo. Per i responsabili della frode è scattata la denuncia per emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e false compensazioni iva.
E’ emerso, inoltre, che tra i clienti del professionista in questione, vi fosse una società, operante nel settore edile, che annotava in contabilità costi fittizi documentati da false fatture emesse da una società totalmente sconosciuta al fisco.
Al termine delle attività’ investigative i finanzieri hanno individuato complessivamente 61 soggetti economici, già sottoposti ad accertamenti fiscali, illecitamente beneficiari di false compensazioni; per 17 di questi è scattata la denuncia. Gli inquirenti hanno poi contestato oltre 2 milioni di euro di iva evasa, crediti iva inesistenti compensati per oltre 1,5 milioni di euro e costi non deducibili superiori a 600 mila euro.
Oltre ai 3 arrestati, la disposizione del sequestro dei beni ha riguardato anche altri 2 imprenditori, anch’essi operanti nel territorio piacentino, complici della frode.
L’operazione conferma il costante impegno delle fiamme gialle, in perfetta sinergia con la locale autorità giudiziaria, nel contrasto alle varie forme di illegalità economico finanziaria che determinano, con particolari metodologie fraudolente, la sottrazione di risorse destinate al sostegno del tessuto economico legale del paese.
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