Quasi un quarto di secolo dopo Dario Fo, un altro letterato italiano è stato candidato con buone speranze di successo al premio Nobel per la Letteratura. Si tratta del Poeta Melegnanese Guido Oldani, noto a livello internazionale come fondatore del movimento letterario ed artistico Realismo Terminale.
Oldani è conosciuto a Piacenza, sia per la partecipazione a iniziative culturali e conferenze a tema letterario e filosofico che per i rapporti di amicizia e collaborazione con il poeta Stefano Torre, per il quale ha redatto la prefazione della raccolta poetica “Il cristallino di piombo” nel 2020.
La notizia battuta pochi giorni fa dall’ANSA è stata rilanciata con ampi approfondimenti da gran parte della stampa italiana.
A proporre la candidatura Giuseppe Langella, professore ordinario di Letteratura Italiana Contemporanea presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dal Giugno di quest’anno Presidente della Società italiana per lo studio della modernità letteraria (MOD), con gli accademici italianisti Caterina Verbaro, Daniele Maria Pegorari e Daniela Carmosino, l’editore Fiorenza Mursia, il presidente della fondazione di poesia “Il Fiore” Giuseppina Caramella; l’artista svedese Françoise Ribeyrolles-Marcus, i poeti cinesi Jidi Majia e Gao Xing, il russo Gennadij Šlapunov, lo statunitense Major Jackson e il sudafricano Zolani Mkiva.
Il Realismo Terminale è secondo i sottoscrittori “una tendenza letteraria di portata planetaria, aperta alle più varie forme espressive (arti visive e plastiche, musica, teatro, danza), che ambisce ad essere la rappresentazione critica e ironica della civiltà globalizzata del Terzo Millennio, interpretando e descrivendo quegli aspetti del divenire storico-sociale che maggiormente caratterizzano il nostro tempo, tanto da poter essere additati come i suoi esiti più tipici e rappresentativi.” Esso nasce, infatti, nella mente di Oldani, dall’osservazione di alcuni fatti macroscopici che si stanno verificando su scala mondiale e delle trasformazioni antropologiche che stanno generando, quasi in contemporanea, un po’ dappertutto, nell’Occidente più avanzato come nei Paesi in via di sviluppo”.
Oldani fu il primo nel 2010 a parlare di pandemie abitative e introduce alla “frattura del Terzo Millennio”: si va verso l’accatastamento di popoli e oggetti nelle metropoli. La natura è stata messa ai margini, inghiottita o addomesticata. È il trionfo della vita artificiale.
Gli oggetti ci avvolgono come una camicia di forza perché diventati indispensabili: senza di loro ci sentiremmo persi, tanto da portarci a farne incetta in maniera compulsiva. Da servi che gli oggetti erano, si sono trasformati nei nostri padroni; la loro invasione ha contribuito a generare dei mutamenti antropologici di portata epocale, alterando pesantemente le modalità di percezione del mondo, in quanto ogni nostra esperienza ormai passa attraverso gli oggetti. Sono cambiati i nostri codici di riferimento, i parametri per la conoscenza del reale. In passato la pietra di paragone era, di norma, la natura, ora, invece, i modelli sono gli oggetti. In questo contesto è la natura che si modella sempre di più sui prodotti; ne deriva un nuovo linguaggio che, attraverso la similitudine rovesciata, descrive la natura rispetto all’oggetto termine di paragone.
Guido Oldani nasce nel 1947 a Melegnano (Milano) . È presente sulle principali riviste letterarie; suoi testi poetici sono comparsi in antologie, in siti dedicati e in rassegne di festival di poesia. Collabora al quotidiano “Avvenire”. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo:
Stilnostro, Edizioni Cens, Milano 1985; Sapone, nella rivista«Kamen’», Piacenza 2001; La betoniera, LietoColle, Faloppio 2005; Med ord och utan, Tranan, Stockholm 2008; Betongfjärilar, Tranan, Stockholm 2018.
Con Mursia, dove dirige la Collana di poesia Argani, ha pubblicato Il cielo di lardo (2008), Il realismo terminale (2010), La guancia sull’asfalto (2018), Dopo l’Occidente. Lettera al Realismo Terminale (2021). Nominato membro dell’Accademia Internazionale «Le Muse», Firenze 2006, riceve il Premio alla carriera Città di Acqui Terme, 2010, il Premio National Talent Gold Fondazione Zanetto Brescia, 2012, il Premio FestivalArt Spoleto, 2013 e il Premio alla carriera all’International Festival of Poetry & Liquor di Luzhou, nel 2019 in Cina.
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